23 dicembre 2013

EICMA 2013 Le case ITALIANE


 Regina indiscussa della fiera è stata la MV Agusta “Turismo Veloce”, forse la moto più lontana dalla filosofia del marchio mai costruita. Qualche anno fa una MV con la guida alta e le borse rigide sarebbe stata presa come uno scherzo di cattivo gusto. Oggi invece viene accolta come una manna dal cielo, a scongiurare i famosi mal di schiena, che le moto di Schiranna più blasonate hanno sempre portato in dote. La verità è che i motociclisti invecchiano; l'anagrafica clienti di BMW ed Harley Davidson (insieme ad MV le uniche due case in netta crescita) la dice lunga su chi sono i clienti europei di oggi, coerente quindi la scelta di MV di allargare il proprio ventaglio di offerte verso un mondo meno focalizzato sulle corse. Tornando alla moto, non c'è che dire, Adrian Morton ha saputo scolpire una turistica emozionante quanto una sportiva, bello in “vuoto” creato sotto la sella del passeggero ed ottimo il family feeling con le resto della gamma. Unico personalissimo dubbio è sul cupolino, che a mio parere troppo simile a quello delle sportive, con il rischio di sminuirne la personalità, ma stiamo ormai parlando di lana caprina. Tornando al design, va ricordato che quando si fa lo stesso lavoro due volte, la seconda di solito riesce meglio, se non capiste a cosa mi riferisco “googolate” la Benelli K Tre...stessa architettura e stesso designer.

Ducati dopo la Panigale 1199 quest'anno porta la sorellina da 899, che tranne il forcellone a doppio braccio (meno scenografico ma più funzionale) esteticamente è la copia della superbike, quindi indiscutibilmente bella. Sul piedistallo rotnte a far sognare gli appassionati la “superleggera”, in versione completa da una parte e denudata dall'altro, una sorta di “lap dance meccanica” per tutti gli appassionati di tecnica, i numeri di vendita serviranno ad omologare il modello “top” per la Superbike dei prossimi anni.  La vera novità e stata però la nuova Monster 1200, dal punto di vista stilistico siamo alla terza serie, ma per certi versi quest'ultima riprende meglio il concetto della progenitrice. Anche la nuda più famosa ha sposato la filosofia del motore portante, a collegare lo sterzo in questo caso è un intramontabile traliccio di tubi, imbullontao direttamente alle teste del bicilindrico. Il perno del forcellone, come di consueto lavora direttamente sul carter motore, un secondo traliccio regge la sella ed infine due piastre in alluminio integrano le pedane. Lateralmente i due tralicci non si collegano per una dozzina di centimetri, quanto basta per lasciare a vista il coperchio della cinghia, all'altezza dell'immancabile desmo. Davanti una forcella da sportiva e dietro l'immancabile monobraccio (sul Monster si sulla 899 no?) completano l'ingombro della moto. Le proporzioni sono un riuscito mix tra la possenza della Diavel all'anteriore e la tipica leggerezza del codino all'insù di tutti i monster. In questo caso l'adozione di un porta targa, piazzato direttamente sul parafango a filo ruota, renderà superflua la tipica “amputazione della coda”. Purtroppo le frecce sono rimaste in alto (suppongo per motivi di omologazione) e vanno a formare, insieme alle maniglie del passeggero (di serie e ben fatte!) uno strano quartetto che incornicia il fanalino. Infine il motore, ovviamente bicilindrico, il famosissimo testastretta che equipaggia Multistrada e Diavel. Ottimo, super tecnologico, elettronico, pulito e moderno; il 4 valvole raffreddato a liquido che tutti vorrebbero sotto la propria moto! ... o forse no?! BMW ha appena rotto gli indugi nel “segmento” delle sport/custom, proprio con un 1200 raffreddato ad aria. Certo si potrebbe obiettare sulle prestazioni, ma per chi cerca l'adrenalina pura c'è pur sempre la streetfighter. Per concludere con Ducati la grande assente è la chiacchieratissima scrambler, per la quale dovremo attendere.

Bimota, recentemente passata in mani “Svizzere”, presenta la BB3 a conferma il sodalizio con BMW per la fornitura di motori e relativa elettronica. Qui si aprirebbero discussioni eterne, meglio un telaio di pregio o un'elettronica sopraffina? Che cosa mi “salva” un attimo prima che sia troppo tardi? Un motore da oltre 190cv senza elettronica ha senso di esistere su una moto stradale? La Bimota, nel mondo di oggi è diventata anacronistica? Tutte domande che si saranno sicuramente posti i nuovi proprietari che hanno già annunciato nuove strategie aziendali. La moto di per se merita di essere valutata soprattutto dal punto di vista tecnico, esteticamente non esalta, la carenatura molto coprente, forse troppo, nasconde la meccanica e il faro di derivazione Honda CBR600F, risulta decisamente poco esclusivo. Il paragone con la S1000RR, da cui eredita il cuore, è d'obbligo e purtroppo vede l'italiana sconfitta, alemeno dal punto di vista estetico.

Il gruppo Piaggio oltre a nuovi colori ed affinamenti tecnici su Aprilia e Guzzi, ha presentato solo la Vespa Primavera. Vintage e retrò sono tra le poche certezze in termini di vendite, quindi cambia tutto e non cambia nulla, questo è il bello di certi miti, come la Mini o la 500. Bravi i designer Piaggio a reinterpretare il mito senza snaturarlo e senza cadere nell'amarcord. La nuova Vespa “piccola” manda in pensione il primo modello automatico del nuovo corso, dopo oltre un decennio. Non siamo di fronte al design esclusivo della 46, ma rispetto a tanta concorrenza è comunque l'originale. La Vespa rimane un'icona e rappresenta ancora oggi il buon gusto del design italiano.

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