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14 novembre 2016
EICMA 2016 - Girls
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6 novembre 2014
7 gennaio 2014
EICMA 2013 - Le ragzze
Quest'anno sono stato in fiera senza macchina fotografica, avevo altri impegni e non ho potuto dedicarmi al consueto reportage, di conseguenza anche alla voce "ragazze standiste" c'è un vuoto. Inutile negarlo, quest'anno essendo l'unica fiera europea gli espositori non hanno fatto economia ed in molti stand c'erano vere e proprie modelle.
Fortunatamente per voi ci ha pensato direttamente l'EICMA a creare la galleria che tutti si aspettano:
www.eicma.it/girls-2013
Qui di seguito giusto un paio di "selezioni", per la visione completa cliccate il link qui sopra.
Fortunatamente per voi ci ha pensato direttamente l'EICMA a creare la galleria che tutti si aspettano:
www.eicma.it/girls-2013
Qui di seguito giusto un paio di "selezioni", per la visione completa cliccate il link qui sopra.
24 dicembre 2013
EICMA 2013 LE GIAPPONESI
La Honda CBR650F è esteticamente una delle moto più proporzionate e curate che ho trovato in fiera, tuttavia rispetto al modello che l'ha preceduta (CBR600F) porta in dote un cuore meno sportivo ed una forcella decisamente meno appariscente, infine delle grafiche molto semplici ne sminuiscono le forme anziché esaltarle. Sempre Honda ha “riesumato” il VFR 800, con una veste estetica molto accattivante, che strizza forse un po troppo l'occhio al design di Borgo Panigale. Tecnicamente porta con se una consistente diminuzione di peso rispetto alla moto che l'ha preceduta. Il risultato è una Sport Touring da 230kg in ordine di marcia da 106cv! Non ho potuto fare a meno di notare che siano pochi meno della Triumph Sprint del '99 (che ho avuto personalmente) che stazzava allo stesso modo e già ai tempi era considerata pesante...
Kawasaki ha
ceduto alla tentazione di assaggiare la ricca torta del mercato degli
scooter, insime alla cugina Kymco ha sviluppato il suo J300. Dal
punto di vista del design è un buon lavoro di proporzioni, vengono
ripresi, dove possibile, gli stilemi Kawasaki e si presenta come un
mezzo di buona fattura allineato alla concorrenza. Lo stile tuttavia
ha poco da spartire con il brand. Tutt'altra storia per la Z1000, che
si rinnova all'insegna dell'esagerazione, non che prima fosse una
moto anonima, ma adesso è decisamente inconfondibile. Il limite tra
il bello ed il brutto sta esclusivamente nell'occhio di chi la
guarda, la scelta è chiara, meglio “pochi” clienti, ma
innamorati e fedeli.
Suzuki si
presenta con meno enfasi dei connazionali, complice la storica
“alternanza” con le altre Jap, le novità sono la versione
definitiva della V-Strom 1000, già presentata come “concept” un
anno fa, ed un riuscito restyling dei Burgman di piccola cilindrata.
Pur essendo un estimatore del marchio, sulla Enduro/Tourer non me la
sento di esprimere un giudizio totalmente positivo, seppur migliorata
tecnicamente, rispetto alla concorrenza appare già datata, il design
morbido, che sulla 650 è un esempio di forme originali e pulite, qui
non convince. Troppi coperchi e fazzoletti in prastica compongono un
puzzle poco organico, a differenza di Kawasaki, che della
scomposizione in mille parti ha fatto una vera e propria arte, qui
traspare più l'idea dei tappi a nascondere quello che c'è sotto.
Peccato perchè sotto di sostanza c'è n'è tanta! Immancabile la
diatriba sul becco, inventato da Suzuki sul DR800 e scopiazzato da
altri, storicamente verissimo ed indiscutibile, ma come spesso accade
sono i numeri a fare la storia, per fare un esempio il personal
computer lo “inventò” l'Olivetti, ma fu un certo Steve Jobs a
farne la propria fortuna.
Per concludere con le
giapponesi arriviamo a Yamaha, il marchio che più di tutti ha
latitato gli scorsi anni, sta finalmente raccogliendo i frutti del
lavoro nel retro bottega. Nuova filosofia, nuove moto, nuove
politiche commerciali. La Yamaha sta cavalcando l'onda meglio di
chiunque altro, nel 2013 ha presentato la MT09, tanto emozionante da
non sembrare giapponese (cit.), e in fiera porta la MT07, una 750
tutta coppia di facili costumi, poichè annunciata in vendita sotto i
6000€. Il design è simile a
quello della 09, ma le parti in comune si fermano alle ruote, le
plastiche molte ma di ottima fattura e nonostante telaio e forcellone
in acciaio il peso è molto contenuto. Le proporzioni non sono così
innovative come sulla 09, il serbatoio raccordato con i fianchetti
non è certo una novità ne tantomeno le prese d'aria sui lati, ma il
mix è riuscito e la scelta della componentistica è coerente, non ci
sono abbinamenti stonati, nessun particolare prezioso ne cadute di
stil. Nello stand Yamaha,
oltre all'intera e numerosa gamma, trovava posto un indeito scooter 3
ruote, certo non una novità in assoluto, ma decisamente interessante
in quanto motorizzato 125, rappresenta quindi la via d'accesso di
quel mondo ed è un chiarissimo invito al gentil sesso a salire in
sella. La scelta dei colori, delle finiture e delle immagini
pubblicitarie non lasciano dubbi. In apparente contrasto a
tutte queste novità, la casa dei 3 diapason decide di riprendere
l'importazione della SR400, l'icona della moto “minimal” secondo
Yamaha. Non che ci siano tutti questi motociclisti bramosi di una
monocilindrica anni '80 da 27cv, tuttavia il mercato dell'usato è
stato ripulito dai vari customizer, italiani e non solo, tanto da far
decidere alla casa madre di rinfoltire le fila con il nuovo. Non è
un caso che a fianco al modello di serie ci fossero due special sul
tema. Sempre parlando di special poco più in la c'era una XJ1200,
reinterpretata dalla filiale italiana della DEUS, molto interessante
lo stile endurance post atomico. Di questa cui si vocifera già su un
possibile destino a Tavullia.
EICMA 2013 EUROPEE ED AMERICANE
Peugeot, restando
in tema, dopo il concept futuristico di moto/scooter a tre ruote
dello scorso anno, presenta uno scooter vintage già pronto per
essere commercializzato. Il Django, questo il nome, è un mezzo
sbarazzino che riprende alcuni stilemi della casa del leone ed altri
tipici degli anni '50. Quasi infinite le possibilità di
personalizzazione, molto curati i materiali e ben disegnati i vari
accessori, in perfetto stile Vespa, mezzo che in Francia storicamente
vende molto bene.
BMW in uno stand
di dimensioni enormi ha poprtato la NineT, già presentata un mesetto
prima, la nuova RT e la chiacchieratissima S1000R. Quest'ultima è
in pratica la SBK di Monaco spogliata della carena e modificata il
meno possibile. Molti si porranno la stessa domanda di sempre: se non
è per correre a cosa servono 190cv? Soprattutto in questo caso sono
davvero tanti, ma la risposta è sempre la stessa: “a vendere!”
Detto questo, la moto è stata presentata in diversi esemplari,
allestiti attingendo alle numerose parti speciali, ci si accorge così
di una moto con il plexi più alto per un utilizzo “turistico” o
di un'altra dotata di scarico racing ed accessori ricavati dal pieno.
BMW ha sicuramente carpito uno dei “segreti” di altre case
motociclistiche come Ducati ed Harley, il catalogo accessori. Non che
sia una novità, ma sempre di più noi tutti ci stiamo abituando ad
una offerta di prodotti “su misura” e BMW non è stata certo ad
aspettare.
Insieme alla S1000
spogliata c'era anche la versione definitiva della NineT, un modello
destinato a stare a lungo in listino. Ideata sviluppata e prodotta
secondo i desideri dei customizer di moto. Parola di Ola Stenegard, è
stata pensata come ad una “tela bianca” su cui dipingere la
propria special. Ragionando in questi termini l'abbandono del sistema
telelever all'anteriore è stata una conseguenza logica, troppo
complesso da modificare. Tutto il resto riporta all'essenza della
moto, nessun pezzo è superfluo, ma allo stesso tempo nessun
componente integra più funzioni, in questo modo si hanno più
margini di modifica. Il prezzo salato di 15 mila euro è giustificato
dalla qualità della moto, dalla garanzia del motore e dalla quasi
certezza di aver portato a casa un instant classic. Ultima novità la RT, la
turistica Boxer per eccellenza, viene aggiornata con il nuovo motore
raffreddato a liquido e riceve anche un sostanzioso restyling delle
carene. Anche in questo caso tutto nuovo ma nel segno della
continuità.
Triumph ha deluso
tutti gli appassionati che aspettavano la Daytona da SBK, inutile
andarla a cercare, non c'era. Il segmento delle supersposrtive è in
netto calo, mantengono un certo interesse solo modelli destinati più
alle collezioni che al vero utilizzo. Per molte ragioni Triumph ha
fatto bene, non avendo nessun impegno ufficiale nelle corse, non ha
nessun interesse ad investire. In tutta risposta alle
Harley X, che andranno a tentare i clienti della Bonneville, la
Triumph rimette mano alla sua cruiser bicilindrica, la Thunderbird.
Quando penso a queste moto, più che Fonzie mi torna sempre in mente
Sting con “English man in New York”; la moto riprende tutti i
chiché del mondo delle cruiser americane, ma il suo accento rimane
sempre molto british, nel bene e nel male.
HusKappa, è il
nome che ho coniato per parlare delle austriache. Si perchè, dopo
l'acquisizione del marchio svedese, naturalizzato vsresino, le
Husqvarna (almeno le moto, non so i tagliaerba) le fanno a
Mattingofen. Lodevole lo sforzo produttivo, che ha permesso di
presentare un'intera gamma di cross ed enduro marchiata Husqvarna, in
poco più di un anno. Tra le altre cose, a ribadire il nuovo corso,
sono riapparsi i colori originali della bandiera svedese. Nonostante
alcune inevitabili economie di scala, non si tratta però di KTM
colorate giallo/azzurre. Sempre parlando di Husky nello stand c'era
una delle poche “concept bike” del salone, la 701. In pratica
(qui possiamo dirlo), una KTM 690 motard “carrozzata” svedese. A
prescindere dal discorso geopolitico, il modello è veramente
interessante, lo sbilanciamento dei volumi verso il retro della moto,
dopo anni di “aggressione” della ruota anteriore, segna una
svolta. Per ottenere questo effetto il silenziatore è stato
inglobato nei fianchetti posteriori, che per l'occasione hanno
assunto dimensioni notevoli, ed i fianchetti anteriori sono stati
dipinti di nero per diminuirne il “volume ottico”. Bella la sella
a tutta lunghezza, che va ad affiancare il serbatoio e suggerisce,
gia da ferma, il tipico slancio della gamba in ingesso curva. I
dettagli fluo ed il proiettore in stile Apple fanno il resto per
esaltare i pochi giovani venuti in fiera per vedere le moto.
Passando a KTM le
novità più importanti sono state due stradali agli antipodi tra
loro, la SuperDuke “Beast” da 180cv e le piccole RC,
monocilindriche carenate da kartodromo. Sulla prima c'è poco da
dire, già nota dallo scorso anno, già provata ed elogiata dai
giornalisti è sicuramente la nuda bicilindrica più evoluta. Sue
concorrenti la Ducati Streetfigher, diventata improvvisamente
“vecchia”, la Tuono RSV4, l'immancabile Street Triple e la
nuovissima S1000R. Il vantaggio per KTM è che questa moto, oltre a
vendere di per se, cosparge la propria aura anche sulle Duke piccole,
che nonostante il loro caratterino, senza l'ammiraglia perderebbero
di charme. Sfortunatamente per la concorrenza KTM è l'unica casa
europea a poter fare questo discorso di “crescita” del
motociclista/cliente. Riguardo le RC,
l'estetica molto spigolosa tipica di Kiska è ormai un must, le
dimensioni delle moto sono veramente contenute, ricordano le 125 da
gp e non a caso saranno utilizzate nella rookies cup. Unico neo
sull'estetica sono i due faretti poliellissoidali, che incorniciati
così non sono bellissimi; tuttavia sono quasi certo che poche di
queste motorette finiranno sulle strade. La maggior parte vivranno
tra i cordoli, dove le luci non servono. In effetti l'offerta è
ricca, per le strade meglio la Duke da cui queste RC ereditano tutta
la meccanica.
Harley Davidson è
il marchio che più di tutti ha stupito, presentando una moto
veramente nuova, non capitava da quanto apparve la V-Rod 13 anni fa.
In questo caso però la rivoluzione è verso il basso, due le
cilindrate 500 e 750cc, interamente realizzate nello stabilimento
indiano dell'Harley costruito ad hoc per l'evenienza. Per chi fosse
turbato dal “Made in India” vada a scoprire quanto sta crescendo
il loro PIL e quant'è l'IVA per le moto d'importazione. La Street,
lo dice il nome, è progettata per essere utilizzata principalmente
in città, la geometria, il passo e le sospensioni sono pensate per
questo tipo di utilizzo. Il nuovo motore, ovviamente bicilindrico, ma
a Vdi 60° e raffreddato a liquido, nasce con il deliberato intento
di rendere sfruttabile la moto in quelle situazioni in cui la tipica
Harley soffre, ovvero il parti ferma tipico del traffico. Capiamoci,
non è uno scooter, ma rispetto al resto della gamma è decisamente
la più piccola. I “trucchi” del design sono ben celati, per
iniziare le ruote da 16' che permettono di far sembrare più grandi
le gomme senza sacrificarne la maneggevolezza. I soffietti sugli
steli insieme al cupolino, nascondono una forcella dal diametro
contenuto, il parafango posteriore piùttosto voluminoso, insieme al
porta targa montato ancora sotto contribuiscono a nascondere la parte
alta della ruota, contribuendo a farla sembrare più grande. Stesso
discorso vale per la corsa della ruota stessa, che rispetto alla 883
è decisamente maggiore, a tutto vantaggio del comfort ma a
svantaggio dello stile LOW che questo tipo di moto richiede. Mentre
alcuni dettagli non sono esattamente al livello del marchio, come il
fascio di cavi sul cannotto, il disegno del motore non lascia dubbi
sul fatto che ci si frovi di fronte ad un “originale”. A togliere
ogni dubbio sulla possibilità di personalizzare la moto nello stand
erano già esposte alcune interpretazioni sul tema ad opera di famosi
customizer USA.
23 dicembre 2013
EICMA 2013 Le case ITALIANE
Regina indiscussa della
fiera è stata la MV Agusta “Turismo Veloce”, forse la
moto più lontana dalla filosofia del marchio mai costruita. Qualche
anno fa una MV con la guida alta e le borse rigide sarebbe stata
presa come uno scherzo di cattivo gusto. Oggi invece viene accolta
come una manna dal cielo, a scongiurare i famosi mal di schiena, che
le moto di Schiranna più blasonate hanno sempre portato in dote. La
verità è che i motociclisti invecchiano; l'anagrafica clienti di
BMW ed Harley Davidson (insieme ad MV le uniche due case in netta
crescita) la dice lunga su chi sono i clienti europei di oggi,
coerente quindi la scelta di MV di allargare il proprio ventaglio di
offerte verso un mondo meno focalizzato sulle corse. Tornando alla
moto, non c'è che dire, Adrian Morton ha saputo scolpire una
turistica emozionante quanto una sportiva, bello in “vuoto”
creato sotto la sella del passeggero ed ottimo il family feeling con
le resto della gamma. Unico personalissimo dubbio è sul cupolino,
che a mio parere troppo simile a quello delle sportive, con il
rischio di sminuirne la personalità, ma stiamo ormai parlando di
lana caprina. Tornando al design, va ricordato che quando si fa lo
stesso lavoro due volte, la seconda di solito riesce meglio, se non
capiste a cosa mi riferisco “googolate” la Benelli K Tre...stessa
architettura e stesso designer.
Ducati dopo
la Panigale 1199 quest'anno porta la sorellina da 899, che
tranne il forcellone a doppio braccio (meno scenografico ma più
funzionale) esteticamente è la copia della superbike, quindi
indiscutibilmente bella. Sul piedistallo rotnte a far sognare gli
appassionati la “superleggera”, in versione completa da una parte
e denudata dall'altro, una sorta di “lap dance meccanica” per
tutti gli appassionati di tecnica, i numeri di vendita serviranno ad
omologare il modello “top” per la Superbike dei prossimi anni. La vera novità e stata
però la nuova Monster 1200, dal punto di vista stilistico siamo alla
terza serie, ma per certi versi quest'ultima riprende meglio il
concetto della progenitrice. Anche la nuda più famosa ha sposato la
filosofia del motore portante, a collegare lo sterzo in questo caso è
un intramontabile traliccio di tubi, imbullontao direttamente alle
teste del bicilindrico. Il perno del forcellone, come di consueto
lavora direttamente sul carter motore, un secondo traliccio regge la
sella ed infine due piastre in alluminio integrano le pedane.
Lateralmente i due tralicci non si collegano per una dozzina di
centimetri, quanto basta per lasciare a vista il coperchio della
cinghia, all'altezza dell'immancabile desmo. Davanti una forcella da
sportiva e dietro l'immancabile monobraccio (sul Monster si sulla 899
no?) completano l'ingombro della moto. Le proporzioni sono un
riuscito mix tra la possenza della Diavel all'anteriore e la tipica
leggerezza del codino all'insù di tutti i monster. In questo caso
l'adozione di un porta targa, piazzato direttamente sul parafango a
filo ruota, renderà superflua la tipica “amputazione della coda”.
Purtroppo le frecce sono rimaste in alto (suppongo per motivi di
omologazione) e vanno a formare, insieme alle maniglie del passeggero
(di serie e ben fatte!) uno strano quartetto che incornicia il
fanalino. Infine il motore, ovviamente bicilindrico, il famosissimo
testastretta che equipaggia Multistrada e Diavel. Ottimo, super
tecnologico, elettronico, pulito e moderno; il 4 valvole raffreddato
a liquido che tutti vorrebbero sotto la propria moto! ... o forse
no?! BMW ha appena rotto gli indugi nel “segmento” delle
sport/custom, proprio con un 1200 raffreddato ad aria. Certo si
potrebbe obiettare sulle prestazioni, ma per chi cerca l'adrenalina
pura c'è pur sempre la streetfighter. Per concludere con Ducati la
grande assente è la chiacchieratissima scrambler, per la quale
dovremo attendere.
Bimota,
recentemente passata in mani “Svizzere”, presenta la BB3 a
conferma il sodalizio con BMW per la fornitura di motori e relativa
elettronica. Qui si aprirebbero discussioni eterne, meglio un telaio
di pregio o un'elettronica sopraffina? Che cosa mi “salva” un
attimo prima che sia troppo tardi? Un motore da oltre 190cv senza
elettronica ha senso di esistere su una moto stradale? La Bimota, nel
mondo di oggi è diventata anacronistica? Tutte domande che si
saranno sicuramente posti i nuovi proprietari che hanno già
annunciato nuove strategie aziendali. La moto di per se merita di
essere valutata soprattutto dal punto di vista tecnico, esteticamente
non esalta, la carenatura molto coprente, forse troppo, nasconde la
meccanica e il faro di derivazione Honda CBR600F, risulta decisamente
poco esclusivo. Il paragone con la S1000RR, da cui eredita il cuore,
è d'obbligo e purtroppo vede l'italiana sconfitta, alemeno dal punto
di vista estetico.
Il gruppo Piaggio
oltre a nuovi colori ed affinamenti tecnici su Aprilia e Guzzi, ha
presentato solo la Vespa Primavera. Vintage e retrò sono tra le
poche certezze in termini di vendite, quindi cambia tutto e non
cambia nulla, questo è il bello di certi miti, come la Mini o la
500. Bravi i designer Piaggio a reinterpretare il mito senza
snaturarlo e senza cadere nell'amarcord. La nuova Vespa “piccola”
manda in pensione il primo modello automatico del nuovo corso, dopo
oltre un decennio. Non siamo di fronte al design esclusivo della 46,
ma rispetto a tanta concorrenza è comunque l'originale. La Vespa
rimane un'icona e rappresenta ancora oggi il buon gusto del design
italiano.
2 dicembre 2013
ECIMA 2013 Comment
L'edizione di quest'anno
dell'EICMA, sarà ricordata come una delle più ricche di sempre,
tutti i maggiori produttori di motociclette hanno presentato le
proprie novità per il mercato europeo e non solo.
L'elenco delle
novità è molto lungo, ma restringeremo la selezione ai modelli
inediti, escludendo quindi i vari restyling e M.Y. Sono apparsi
invece, come dei miraggi, dei nuovi “machi” che hanno sfruttato
l'EICMA come lancio delle proprie operazioni. E' il caso della Brough
Superior, che rispolverando il blasone del marchio si è presentata
in grande stile, con una concept bike molto appariscente curata da
Boxer Design.
L'americana Dirico, con le sue cruiser motorizzate
Harley Davidson ed un padrino d'eccezione come Steve Tyler, infine
l'italianissima Tacita con le sue fuoristrada elettriche ad alto
contenuto tecnologico. L'attesissima Matchless invece non c'era,
probabilmente dovremo aspettare il Pitti di Firenze per ammirare
l'omonima collezione d'abbigliamento.
L'incertezza economica
che ristagna in Europa e la continua crescita delle economie del “sud
del mondo” (Cina, India e Sudamerica) hanno sbilanciato l'offerta
verso cilindrate e prestazioni più contenute, il trend delle
“piccole” è iniziato qualche anno fa e pare destinato a
continuare.
Dal punto di vista del
design, purtroppo questa tendenza porta con se un'invetiabile iper
attenzione ai costi, insieme alla necessità di attuare strategie più
creative per riuscire comunque a portare qualcosa di nuovo. Il
risultato è spesso quello di trovarsi di fronte oggetti ben
disegnati e di fattura discreta accoppiati a dei componenti, se non
scadenti, quantomeno datati, a comporre mezzi le cui schede tecniche
possono essere paragonate a quelle di 10 anni fa.
Rispetto a molte
edizioni del passato più “oniriche”, questa è stata decisamente
più terrena, per certi versi quasi pragmatica. Non che le moto da
sogno non ci fossero, tutt'altro, ma le varie Superleggera o F3
“Agostini” spiccavano sopra una vasta gamma di mezzi più
“umani”. Una MV che porta il termine “Turismo” nel proprio
nome, ed una Harley Davidson “Made in India” sono gli esmpi più
tangibili dei tempi che cambiano, peraltro queste sono due tra le
novità più interessanti in assoluto.
8 novembre 2013
15 novembre 2012
EICMA Girls 2012
Come l'anno scorso son stato in fiera e devo dire che a bellezze "locali" non c'era da lamentarsi, nesusn concept in campo moto ma tanta tradizionale e femminile bellezza. Mi scuso per le foto fatte con il cellulare, ma non ho potuto fare di meglio, la macchina fotografica non l'ho portata, tanto si sa, le foto delle moto quelle serie sono online già dal primo giorno della fiera.
10 novembre 2011
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