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28 febbraio 2018

Triumph Adventurer 900 - Soft Custom

 Mi hanno proposto uno scambio tra le una delle mie motorette e questa "bellezza" qui sopra. Ora, è una Triumph, è un bel 3 cilindri e a quanto pare la ciclistica è sana, nel senso che non è una sportiva ma nella categoria "cancelli" sta perlomeno tra quelli automatici.
 Siccome anche l'occhio vuole la sua parte ho fatto un po' di prove colore con minimi cambiamenti, l'idea è di non investirci troppo in termini economici e di tempo.
 
Ecco i risultati:

13 novembre 2014

Consigli per gli acquisti! Sprint RS


In tempo di crisi i prodotti più versatili dovrebbero acquistare valore, ma come spesso succede la crisi vale anche per chi vende e per fortuna tutto si bilancia e saltano fuori occasioni interessanti:

http://www.subito.it/rs-955i-Ravenna

http://www.subito.it/rs-955i-Varese

In pratica con il prezzo di uno scooter 125 usato ci si porta a casa un 3 cilindri da 955cc ad iniezione elettronica con 110cv ed un'erogazione che li fanno sembrare ben di più.

 L'estetica è talmente sobria da farla sembrare una motoretta di cilindrata più piccola e la semi carena, sebbene non abbia il fascino dei due fari tondi della Speed, ha il grande vantaggio di permettere velocità autostradali decisamente più alte ed un comfort che le varie naked si sognano.

Interessante l'articolo dell'epoca di motorbox che la paragonava alla VTR Firestorm della Honda, moto che è paragonabile sotto molti aspetti tranne che nei consumi!! (motorbox.com/honda-vtr-firestorm-vs-triumph-sprint-rs)


24 dicembre 2013

EICMA 2013 EUROPEE ED AMERICANE


 Peugeot, restando in tema, dopo il concept futuristico di moto/scooter a tre ruote dello scorso anno, presenta uno scooter vintage già pronto per essere commercializzato. Il Django, questo il nome, è un mezzo sbarazzino che riprende alcuni stilemi della casa del leone ed altri tipici degli anni '50. Quasi infinite le possibilità di personalizzazione, molto curati i materiali e ben disegnati i vari accessori, in perfetto stile Vespa, mezzo che in Francia storicamente vende molto bene. 

BMW in uno stand di dimensioni enormi ha poprtato la NineT, già presentata un mesetto prima, la nuova RT e la chiacchieratissima S1000R. Quest'ultima è in pratica la SBK di Monaco spogliata della carena e modificata il meno possibile. Molti si porranno la stessa domanda di sempre: se non è per correre a cosa servono 190cv? Soprattutto in questo caso sono davvero tanti, ma la risposta è sempre la stessa: “a vendere!” Detto questo, la moto è stata presentata in diversi esemplari, allestiti attingendo alle numerose parti speciali, ci si accorge così di una moto con il plexi più alto per un utilizzo “turistico” o di un'altra dotata di scarico racing ed accessori ricavati dal pieno. BMW ha sicuramente carpito uno dei “segreti” di altre case motociclistiche come Ducati ed Harley, il catalogo accessori. Non che sia una novità, ma sempre di più noi tutti ci stiamo abituando ad una offerta di prodotti “su misura” e BMW non è stata certo ad aspettare.
Insieme alla S1000 spogliata c'era anche la versione definitiva della NineT, un modello destinato a stare a lungo in listino. Ideata sviluppata e prodotta secondo i desideri dei customizer di moto. Parola di Ola Stenegard, è stata pensata come ad una “tela bianca” su cui dipingere la propria special. Ragionando in questi termini l'abbandono del sistema telelever all'anteriore è stata una conseguenza logica, troppo complesso da modificare. Tutto il resto riporta all'essenza della moto, nessun pezzo è superfluo, ma allo stesso tempo nessun componente integra più funzioni, in questo modo si hanno più margini di modifica. Il prezzo salato di 15 mila euro è giustificato dalla qualità della moto, dalla garanzia del motore e dalla quasi certezza di aver portato a casa un instant classic. Ultima novità la RT, la turistica Boxer per eccellenza, viene aggiornata con il nuovo motore raffreddato a liquido e riceve anche un sostanzioso restyling delle carene. Anche in questo caso tutto nuovo ma nel segno della continuità.
Triumph ha deluso tutti gli appassionati che aspettavano la Daytona da SBK, inutile andarla a cercare, non c'era. Il segmento delle supersposrtive è in netto calo, mantengono un certo interesse solo modelli destinati più alle collezioni che al vero utilizzo. Per molte ragioni Triumph ha fatto bene, non avendo nessun impegno ufficiale nelle corse, non ha nessun interesse ad investire. In tutta risposta alle Harley X, che andranno a tentare i clienti della Bonneville, la Triumph rimette mano alla sua cruiser bicilindrica, la Thunderbird. Quando penso a queste moto, più che Fonzie mi torna sempre in mente Sting con “English man in New York”; la moto riprende tutti i chiché del mondo delle cruiser americane, ma il suo accento rimane sempre molto british, nel bene e nel male.

HusKappa, è il nome che ho coniato per parlare delle austriache. Si perchè, dopo l'acquisizione del marchio svedese, naturalizzato vsresino, le Husqvarna (almeno le moto, non so i tagliaerba) le fanno a Mattingofen. Lodevole lo sforzo produttivo, che ha permesso di presentare un'intera gamma di cross ed enduro marchiata Husqvarna, in poco più di un anno. Tra le altre cose, a ribadire il nuovo corso, sono riapparsi i colori originali della bandiera svedese. Nonostante alcune inevitabili economie di scala, non si tratta però di KTM colorate giallo/azzurre. Sempre parlando di Husky nello stand c'era una delle poche “concept bike” del salone, la 701. In pratica (qui possiamo dirlo), una KTM 690 motard “carrozzata” svedese. A prescindere dal discorso geopolitico, il modello è veramente interessante, lo sbilanciamento dei volumi verso il retro della moto, dopo anni di “aggressione” della ruota anteriore, segna una svolta. Per ottenere questo effetto il silenziatore è stato inglobato nei fianchetti posteriori, che per l'occasione hanno assunto dimensioni notevoli, ed i fianchetti anteriori sono stati dipinti di nero per diminuirne il “volume ottico”. Bella la sella a tutta lunghezza, che va ad affiancare il serbatoio e suggerisce, gia da ferma, il tipico slancio della gamba in ingesso curva. I dettagli fluo ed il proiettore in stile Apple fanno il resto per esaltare i pochi giovani venuti in fiera per vedere le moto.

Passando a KTM le novità più importanti sono state due stradali agli antipodi tra loro, la SuperDuke “Beast” da 180cv e le piccole RC, monocilindriche carenate da kartodromo. Sulla prima c'è poco da dire, già nota dallo scorso anno, già provata ed elogiata dai giornalisti è sicuramente la nuda bicilindrica più evoluta. Sue concorrenti la Ducati Streetfigher, diventata improvvisamente “vecchia”, la Tuono RSV4, l'immancabile Street Triple e la nuovissima S1000R. Il vantaggio per KTM è che questa moto, oltre a vendere di per se, cosparge la propria aura anche sulle Duke piccole, che nonostante il loro caratterino, senza l'ammiraglia perderebbero di charme. Sfortunatamente per la concorrenza KTM è l'unica casa europea a poter fare questo discorso di “crescita” del motociclista/cliente. Riguardo le RC, l'estetica molto spigolosa tipica di Kiska è ormai un must, le dimensioni delle moto sono veramente contenute, ricordano le 125 da gp e non a caso saranno utilizzate nella rookies cup. Unico neo sull'estetica sono i due faretti poliellissoidali, che incorniciati così non sono bellissimi; tuttavia sono quasi certo che poche di queste motorette finiranno sulle strade. La maggior parte vivranno tra i cordoli, dove le luci non servono. In effetti l'offerta è ricca, per le strade meglio la Duke da cui queste RC ereditano tutta la meccanica.

Harley Davidson è il marchio che più di tutti ha stupito, presentando una moto veramente nuova, non capitava da quanto apparve la V-Rod 13 anni fa. In questo caso però la rivoluzione è verso il basso, due le cilindrate 500 e 750cc, interamente realizzate nello stabilimento indiano dell'Harley costruito ad hoc per l'evenienza. Per chi fosse turbato dal “Made in India” vada a scoprire quanto sta crescendo il loro PIL e quant'è l'IVA per le moto d'importazione. La Street, lo dice il nome, è progettata per essere utilizzata principalmente in città, la geometria, il passo e le sospensioni sono pensate per questo tipo di utilizzo. Il nuovo motore, ovviamente bicilindrico, ma a Vdi 60° e raffreddato a liquido, nasce con il deliberato intento di rendere sfruttabile la moto in quelle situazioni in cui la tipica Harley soffre, ovvero il parti ferma tipico del traffico. Capiamoci, non è uno scooter, ma rispetto al resto della gamma è decisamente la più piccola. I “trucchi” del design sono ben celati, per iniziare le ruote da 16' che permettono di far sembrare più grandi le gomme senza sacrificarne la maneggevolezza. I soffietti sugli steli insieme al cupolino, nascondono una forcella dal diametro contenuto, il parafango posteriore piùttosto voluminoso, insieme al porta targa montato ancora sotto contribuiscono a nascondere la parte alta della ruota, contribuendo a farla sembrare più grande. Stesso discorso vale per la corsa della ruota stessa, che rispetto alla 883 è decisamente maggiore, a tutto vantaggio del comfort ma a svantaggio dello stile LOW che questo tipo di moto richiede. Mentre alcuni dettagli non sono esattamente al livello del marchio, come il fascio di cavi sul cannotto, il disegno del motore non lascia dubbi sul fatto che ci si frovi di fronte ad un “originale”. A togliere ogni dubbio sulla possibilità di personalizzare la moto nello stand erano già esposte alcune interpretazioni sul tema ad opera di famosi customizer USA.

25 ottobre 2013

Triumph Speed Single 125 - 250

Era il gennaio 2011 quando pubblicai un rendering della "rumoreggiata" Triumph Speed Single 125 .

 Adesso sul sito rideapart.com sono apparse le prime foto spia della moto che a quanto pare è ad un avanzato stadio di sviluppo.
via:rideapart.com



30 luglio 2013

VENDUTA la SPRINT...ne andava della mia vita coniugale!



 Inutile negarlo, rispetto al GSXR del '91 che ho appena portato a casa è meno affascinante. Le forme tonde nascondono fin troppo il bel motore e la ciclistica sana che caratterizzano la Sprint, certo la RS era più scoperta ma non aveva il monobraccio e soprattutto montava degli specchietti immondi!

 Dalla sua c'è che è una moto molto moderna il relazione all'anno in cui è uscita (nel 1999): telaio perimetrale in alluminio, motore Euro 1 con iniezione elettronica, i freni uguali alla Daytona (ad al GSX-R) che ai tempi parevano "esagerati" per una spot tourer, il cerchio posteriore da 5,5 polici, la sella imbottita in gel, la presa di corrente per il cellulare ed addirittura sistemi di sicurezza come il tastino "hazard" con le 4 frecce o il senosre sulla frizione che se non è tirata non fa partire la moto sono alcuni dei motivi per cui ai tempi era molto costosa (21 milioni di Lire).

 Purtroppo il carattere un pò troppo consenziente la rende fin troppo "facile", il suo essere Sport+Tourer in realtà la rende poco sport e poco tourer, altre concorrenti sono un pochino sbilanciate da una delle due parti e se la sono giocata meglio. La Ducati più sport con la serie ST e la Honda più tourer con la VFR.

Proprio per i motivi di cui sopra fin dall'acquisto in realtà ho "investito" tempo e anche qualche soldo per rendere la Sprint una moto più interessante. Intanto calzata con delle Dunlop RoadSmart 2 è improvvisamente "dimagrita", le senso che la guida è diventata subito più leggera. Per prima cosa mi ero fatto regalare un bel plexi maggiorato, indispensabile per l'autostrada e l'inverno, poi mi sono messo di santa pazienza a regolare le sospensioni ed ho ridotto al minimo il gioco dell'acceleratore.  Mi sono fatto fare due arretratori per le pedane ed infine ho montato i semi manubri della "cugina" RS, più bassi e spioventi, molto più adatti alla guida allegra.

 Ultimo ma non ultimo ho sfilato di qualche mm gli steli della forcella in modo da diminuire l'avancorsa a tutto vantaggio dell'ingresso in curva. Infine ho cambiato le frecce posteriori con una coppia dal vetro chiaro in modo da farle "dialogare" con gli indicatori anteriori e comprato l'unghia copri sellino per renderla più sportiva anche esteticamente. Anche questa è nata per la RS ma con un pò di "dremel" ed una adeguata riverniciata adesso è sagomata per poter essere montata anche con il maniglione della ST.

I miei progetti erano di accorciare i rapporti della finale, montando un pignone con un dente in meno (8€), e di adattare due telaietti per il montaggio delle borse rigide senza abbassare la marmitta come con quelle originali della Triumph.

 Purtroppo il tempo ed il denaro sono tiranni, e così l'ho venduta a Federico di Livorno.


In partenza per l'ultimo giretto: S. Stefano (IM) - Menton - Sospel - Breil - S.Stefano.



24 luglio 2013

Daniela e la sua Bonnie



  "...queste sono dedicate proprio a voi!!! che mettete sempre foto di donne motocicliste sconosciute (per lo meno, a me sconosciute! :) "

Non conosco molte motocicliste, non capita spesso che siano carine ed ancor meno sovente che abbiano un po di spirito. Così quando Daniela ha pubblicato questo commento su Facebook ho ritenuto fosse il caso di condividere la faccenda.  Da quanto ho capito Daniela (capelli corti) è passata a prendere la sua amica Veronica (capelli lunghi) e sono andate a farsi un giro con la terza "bimba", la Bonneville nera che c'è in foto. La bella giornata di sole ha fatto il resto.

 Prima che iniziate a martellare, non ho il loro numero di telefono (bugia a fin di bene) e non sono un'agenzia...se siete svegli avete abbastanza informazioni per contattarle da soli!



Se non fosse abbastanza chiaro, Daniela non è una "zavorrina", la Triumph è sua e la porta con disinvoltura da qualche annetto...



13 giugno 2013

Daytona 1100


Adesso che anche MV e Yamaha si son messi a fare i 3 cilindri (anche se in passato già avevano percorso entrambe questa strada) sarà forse il caso che Triumph rilanci se vuole mantenere il primato.
 Considerando il "permissivo" regolamento WSBK che ha recentemente ammesso una cilindrata massima di 1100 per i motori con questa architettura, non è così impensabile che la casa inglese si presenti con la tanto discussa, attesa e sognata Daytona 1100.
 Qui di seguito i rendering di come la immagino per infomotori.com




4 giugno 2013

TROVATO CHIUSO!


Colle dell'Agnello 1° Giugno 2013

Sabato scorso, in compagnia della mogliettina e della Sprint, siamo andati verso i monti, direzione Valle Varaita, Colle dell'Agnello. Quest'anno l'inverno ha tardato un pochino a finire, ed è così che al 1° di Giugno gli ultimi 4 o 5 Km di strada, che separano dal confine con la Francia, sono ancora coperti di neve. Non poca, dai 2 metri ai 4 su in cima. In ogni caso il panorama era di quelli che rimangono impressi nella memoria.


Dov'è finita la strada?

Colle dell'Agnello 1° Giugno 2013

Colle dell'Agnello 1° Giugno 2013

Luisa & Luca
Valle Varaita (CN) Italy

25 marzo 2013

Cosakkosky 747 (Marzo 1993) - di Carlo Talamo

Roberto (quel Roberto Rossi di Manotva con la barba ed il cappello nella foto) mi ha girato queste righe dopo una telefonata tra appassionati, è finita per affrontare il tema dei giovani, delle moto e del perchè spesso i due mondi no si incrocino. Io nel '93 ero veramente un bambino che disegnava le moto sulla carta a quadretti!
 Roberto, leggere queste righe è stato per me un vero regalo! Grazie


Cosakkosky 747  (Marzo 1993)

"Quand'ero bimbo e guardavo le foto dei motorini avevo già le mie belle idee. Mi chiedevo: "perché non gli mettono un altro paio di cilindri?". Mi dicevo: "perché non lo fanno andare a 250 orari?".

Pensavo che nelle case motociclistiche fossero tutti scemi. Disegnavo sui miei quaderni a quadretti certe mostruosità di motorini apocalittici e mi raccontavo che quelle sì erano figate. Ero tenero, piccolo e cento per cento ignorante. In età più adulta cominciai a capire che certi disegni erano belli sulla carta ma le mie geometrie di sterzo seguivano alterazioni da LSD e certamente avrebbero ucciso qualsiasi giudatore. Cominciai a capire quante limitazioni ci fossero attorno ad ogni nuova proposta motociclistica. Da allora troppe cose si sono aggiunte al mio cestino culturale (quello intelligenti lo chiamano "bagaglio culturale", ma a me pare un po' esagerato). Ultimamente anche le norme omologative, quelle di sicurezza e quelle antinquinamento hanno messo la loro zampaccia nel rendere sempre più complesse, costose e talvolta brutte le motociclette. Non venitemi a raccontare che le frecce sono belle! E non spiegatemi che certe cassette d'aspirazione che paiono bauli sono più arrapanti dei cornetti d'alluminio che mi ricordo io e che sparavano rumore, benzina e qualche volta fiamme. Ah, bei tempi.

Crescendo, i casi della vita mi hanno portato a vivere con e di motociclette. E' molto bello ma ha aggiunto nuove conoscenze e nuove impensabili limitazioni alla mia fame artistica. Perché adesso quando prendo un foglio a quadretti ed una penna non so più da dove cominciare con la fantasia. Troppe sono infatti le norme e le limitazioni che affliggono il mio capoccione. Ecco perché quando ricevo le mille proposte per una Harley 3500 V8 oppure un trimotore con un interasse di cinque metri e manubrio di tre, sorrido teneramente.

Tra le tante battaglie che giornalmente si combattono in una fabbrica di motociclette c'è quella che, fin dalle origini, si combatte tra amministrativi e commerciali. E cioè: uno ti inventa una motocilcetta che è una furbata, il pubblico diventa matto e corre dal concessionario, il concessionario ne ordina un sacco alla fabbrica e la fabbrica, allegramente, comincia a scodellare una cifra di 'ste motociclette. Bella storia davvero.

Ma la storia prosegue: la fabbrica scodella le motociclette e in cambio arraffa una palata di soldi. Dentro la fabbrica il tizio che ha inventato la moto furbissima vede tutti 'sti soldi e gli viene mal di testa perché lui di soldi capisce poco. Allora assume un contabile. In poco tempo il tizio è fregato. Perché il contabile comincerà a contestargli ogni spesa a suo dire inutile. Gli dirà: "se invece di questi ammortizzatori qui usiamo quelli là risparmiamo un valangone di milioni", "se sul serbatoio invece di quelle belle scritte a rilievo ci appiccichiamo 'ste due belle adesive di carta, risparmiamo un fantastilione", etc. Ecco che il tizio che in fatto di soldi è scemo ma mica troppo si fa corrompere dal miraggio di guadagnare di più (nelle aziende si chiama utile maggiore ed è un termine più nobile). Il tizio comincia a disegnare un serbatoio che costa meno. poi ti fa una marmitta quattro in uno così dice di risparmiare peso ma in effetti risparmia tre marmitte. Il manubrio te lo salda direttamente sul telaio così risparmia anche la forcella. E così via.

Cosa succede?
Succede che il pubblico, che è imbenzinato ma mica troppo, compra le motociclette costruite dal tizio della fabbrica accanto che è un vero appassionato e che al momento non c'ha una lira però ama le moto. Questo tizio venderà moto come patate, comprerà una giacca, la cravatta, inizierà a giocare a golf. E il suo contabile cercherà di chiudergli la fabbrica mentre lui, lontano mille miglia dai problemi estetico-funzionali dei suoi cretini clienti motociclisti, si occuperà di ridiscutere i tassi sui suoi numerosi conti correnti.

Questo succede in tutte le fabbriche da che mondo è mondo.

Quando poi le motociclette di questa fabbrica non le vuole più nessuno si corre a cercare qualcuno che sappia fare una motocicletta appassionante. Di colpo ritorna l'interesse per le motociclette, per i motociclisti e le loro imbecillissime manie, per tutti quei mille piccoli particolari che differenziano le motociclette belle dalle motociclette tirate via un tanto al chilo. Ecco allora che i contabili della fabbrica che non vende più, decidono di "investire", di "credere nel futuro del mercato", eppoi spiegano le strategie, i target e tutta una serie di paroloni da gente che ha studiato.

E forse un giorno ci sarà un tizio in una lontana pianura coperta di ghiaccio che inventerà una motorina semplice, intelligente, piena di passione ed attenzione, la chiamerà Cosakkosky 747 e ne venderà una strage. E allora guadagnerà un sacco di rubli. E prenderà un contabile...

Ed ecco perché io credo che nei posti dove si fanno le motociclette debba esserci un equilibrio. Una dose sempre uguale di amore per la moto (60%) e rispetto per le risorse finanziarie (40%). Perché se comandano sempre i soldi le motociclette si allontanano dal cuore della gente.


English Translation:

Kosakkosky 747
by Carlo Talamo, Italy March 1993

14 febbraio 2012

Daytona 955 Full Electric dalla Nuova Zelanda


Non solo "All Black" quindi in Nuova Zelanda, terra agli antipodi rispetto a noi, e curiosamente somigliante ad uno stivale pure lei...
 Iain Jerrett, il proprietario e realizzatore non è certo uno sbarbatello di primo pelo, elettronico e proprietario della Astara, una società di management e consulenza attiva nei settori: elettronica, dei servizi e delle telecomunicazioni, ha impiegato circa un anno per convertire la su Daytona in una EV.
 Jerrett dichiara che la moto è ora più leggera di prima, grazie alla rimozione degli impianti necessari al funzionamento del motore tradizionale, ma tuttavia gli attuali 37Kw(50hp) e 130Nm di coppia non sono paragonabili ad i 78Kw(105hp) per 100Nm del motore originale. E' interessante notare che la coppia sia paragonabile, quindi la sensazione di spinta notevole, tuttavia la velocità massima si ferma a 160 Km/h contro gli oltre 250 della versione a motore.
 Poco importa per Jerrett che dice: ""E 'una bomba da guidare. E' completamente differente, c'è un po 'di lamento e questo è tutto quello che senti, così quando si fanno i 120 ... tutto quello che senti è il rumore del vento. Non c'è altro suono e ci si sente come se si stesse andando molto più veloce. "
 A me quella versione della Daytona è sempre piaciuta, a livello stilistico sono riusciti a mantenere inalterata la linea ed a quanto pare da guidare è rimasta divertente.
 
www.astara.co.nz