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14 novembre 2016
EICMA 2016 - Girls
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9 maggio 2016
Fazer 1000 - MT10 Paint Job
Ormai le quotazioni della super naked di Yamaha sono scese alla soglia dei 2000€. Considerando che la motoretta porta in dote oltre 140cv, un cupolino degno di questo nome ed una ciclistica sana e robusta la notizia non è così brutta. L'estetica molto classica lascia presagire un felice invecchiamento, tuttavia per far sembrare la moto meno "ignorante" ai tempi in Yamaha utilizzarono una cartella colori decisamente sobria, blu scuro, bordeaux, nero, argento e qualche raro giallo con codino nero (la mia preferita ma ovviamente la meno diffusa) così ho pensato di investire un quarto d'ora per vedere come sarebbe riverniciata con i colori della MT10.
Certo, la sobrietà andrebbe a farsi benedire, però...
Certo, la sobrietà andrebbe a farsi benedire, però...
26 settembre 2014
Master of Torque - Yamaha Manga MT-07 MT-09
E guardiamoci un bel cartone animato a tutto gas...
25 settembre 2014
Yamaha SR400 - Cafè Racer by BAR-DESIGN
Il tema non è nuovo, la piccola SR400 è già stata proposta e maneggiata in tutte le salse, tuttavia avendo già ipotizzato una scrambler, (vedi post) ho provato ad immaginare come l'avrei voluta in chiave Cafè Racer.
21 agosto 2014
Yamaha SR400 Scrambler by BAR-DESIGN
20 agosto 2014
Yamaha MT-DM Official
A Giugno dell'anno scorso vi avevo proposto la mia personale interpretazione della nuova TDM su base MT-09 (Vedi post MT-DM), beh ecco la versione definitiva della casa dei 3 diapason.
Via Motorevue.com
"Dal momento che sin dalla presentazione ufficiale della MT-09, Yamaha non ha mai nascosto il fatto che la roadster di medie dimensioni sarebbe stata declinata in diverse versioni. Se abbiamo già tre versioni (base, Via Rally e Sports Tracker) nelle concessionarie in meno di un anno, mancano ancora un paio di settimane per vedere l'arrivo di una nuova versione è più focalizzato sui grandi viaggi.
Infatti, come evidenziato da queste prime foto, la Yamaha MT-09 riceverà l'appoggio di alcune parti dicarenatura (gruppo ottico anteriore riveduto), e un generoso e originale plexiglass per fornire maggiore protezione a pilota e passeggero. Notiamo anche la presenza di generosi paramani, come sulla Rally. Questi saranno montati su un manubrio riprogettato per offrire una posizione di guida più eretta. Stesso discorso per la sella e le maniglia, in codino sarà rafforzato per accogliere passeggeri e bagagli. Il serbatoio infine sarà più grande (rispetto ai 14 litri di oggi) per aumentare l'autonomia del viaggiatore futuro.
Per il resto, e rispetto alla massa comune, il telaio / motore sarà identica alle altre versioni. Speriamo solo che l'acceleratore ride-by-wire sia meno sensibile perché è stato causato scossoni al superamento. Non è l'ideale quando si vuole godere, in pace, una bella passeggiata in amore ...
Probabilmente il suo debutto a Colonia, in un mese e mezzo o Milano ai primi di novembre."
Via Motorevue.com
"Dal momento che sin dalla presentazione ufficiale della MT-09, Yamaha non ha mai nascosto il fatto che la roadster di medie dimensioni sarebbe stata declinata in diverse versioni. Se abbiamo già tre versioni (base, Via Rally e Sports Tracker) nelle concessionarie in meno di un anno, mancano ancora un paio di settimane per vedere l'arrivo di una nuova versione è più focalizzato sui grandi viaggi.
Infatti, come evidenziato da queste prime foto, la Yamaha MT-09 riceverà l'appoggio di alcune parti dicarenatura (gruppo ottico anteriore riveduto), e un generoso e originale plexiglass per fornire maggiore protezione a pilota e passeggero. Notiamo anche la presenza di generosi paramani, come sulla Rally. Questi saranno montati su un manubrio riprogettato per offrire una posizione di guida più eretta. Stesso discorso per la sella e le maniglia, in codino sarà rafforzato per accogliere passeggeri e bagagli. Il serbatoio infine sarà più grande (rispetto ai 14 litri di oggi) per aumentare l'autonomia del viaggiatore futuro.
Per il resto, e rispetto alla massa comune, il telaio / motore sarà identica alle altre versioni. Speriamo solo che l'acceleratore ride-by-wire sia meno sensibile perché è stato causato scossoni al superamento. Non è l'ideale quando si vuole godere, in pace, una bella passeggiata in amore ...
Probabilmente il suo debutto a Colonia, in un mese e mezzo o Milano ai primi di novembre."
28 febbraio 2014
24 dicembre 2013
EICMA 2013 LE GIAPPONESI
La Honda CBR650F è esteticamente una delle moto più proporzionate e curate che ho trovato in fiera, tuttavia rispetto al modello che l'ha preceduta (CBR600F) porta in dote un cuore meno sportivo ed una forcella decisamente meno appariscente, infine delle grafiche molto semplici ne sminuiscono le forme anziché esaltarle. Sempre Honda ha “riesumato” il VFR 800, con una veste estetica molto accattivante, che strizza forse un po troppo l'occhio al design di Borgo Panigale. Tecnicamente porta con se una consistente diminuzione di peso rispetto alla moto che l'ha preceduta. Il risultato è una Sport Touring da 230kg in ordine di marcia da 106cv! Non ho potuto fare a meno di notare che siano pochi meno della Triumph Sprint del '99 (che ho avuto personalmente) che stazzava allo stesso modo e già ai tempi era considerata pesante...
Kawasaki ha
ceduto alla tentazione di assaggiare la ricca torta del mercato degli
scooter, insime alla cugina Kymco ha sviluppato il suo J300. Dal
punto di vista del design è un buon lavoro di proporzioni, vengono
ripresi, dove possibile, gli stilemi Kawasaki e si presenta come un
mezzo di buona fattura allineato alla concorrenza. Lo stile tuttavia
ha poco da spartire con il brand. Tutt'altra storia per la Z1000, che
si rinnova all'insegna dell'esagerazione, non che prima fosse una
moto anonima, ma adesso è decisamente inconfondibile. Il limite tra
il bello ed il brutto sta esclusivamente nell'occhio di chi la
guarda, la scelta è chiara, meglio “pochi” clienti, ma
innamorati e fedeli.
Suzuki si
presenta con meno enfasi dei connazionali, complice la storica
“alternanza” con le altre Jap, le novità sono la versione
definitiva della V-Strom 1000, già presentata come “concept” un
anno fa, ed un riuscito restyling dei Burgman di piccola cilindrata.
Pur essendo un estimatore del marchio, sulla Enduro/Tourer non me la
sento di esprimere un giudizio totalmente positivo, seppur migliorata
tecnicamente, rispetto alla concorrenza appare già datata, il design
morbido, che sulla 650 è un esempio di forme originali e pulite, qui
non convince. Troppi coperchi e fazzoletti in prastica compongono un
puzzle poco organico, a differenza di Kawasaki, che della
scomposizione in mille parti ha fatto una vera e propria arte, qui
traspare più l'idea dei tappi a nascondere quello che c'è sotto.
Peccato perchè sotto di sostanza c'è n'è tanta! Immancabile la
diatriba sul becco, inventato da Suzuki sul DR800 e scopiazzato da
altri, storicamente verissimo ed indiscutibile, ma come spesso accade
sono i numeri a fare la storia, per fare un esempio il personal
computer lo “inventò” l'Olivetti, ma fu un certo Steve Jobs a
farne la propria fortuna.
Per concludere con le
giapponesi arriviamo a Yamaha, il marchio che più di tutti ha
latitato gli scorsi anni, sta finalmente raccogliendo i frutti del
lavoro nel retro bottega. Nuova filosofia, nuove moto, nuove
politiche commerciali. La Yamaha sta cavalcando l'onda meglio di
chiunque altro, nel 2013 ha presentato la MT09, tanto emozionante da
non sembrare giapponese (cit.), e in fiera porta la MT07, una 750
tutta coppia di facili costumi, poichè annunciata in vendita sotto i
6000€. Il design è simile a
quello della 09, ma le parti in comune si fermano alle ruote, le
plastiche molte ma di ottima fattura e nonostante telaio e forcellone
in acciaio il peso è molto contenuto. Le proporzioni non sono così
innovative come sulla 09, il serbatoio raccordato con i fianchetti
non è certo una novità ne tantomeno le prese d'aria sui lati, ma il
mix è riuscito e la scelta della componentistica è coerente, non ci
sono abbinamenti stonati, nessun particolare prezioso ne cadute di
stil. Nello stand Yamaha,
oltre all'intera e numerosa gamma, trovava posto un indeito scooter 3
ruote, certo non una novità in assoluto, ma decisamente interessante
in quanto motorizzato 125, rappresenta quindi la via d'accesso di
quel mondo ed è un chiarissimo invito al gentil sesso a salire in
sella. La scelta dei colori, delle finiture e delle immagini
pubblicitarie non lasciano dubbi. In apparente contrasto a
tutte queste novità, la casa dei 3 diapason decide di riprendere
l'importazione della SR400, l'icona della moto “minimal” secondo
Yamaha. Non che ci siano tutti questi motociclisti bramosi di una
monocilindrica anni '80 da 27cv, tuttavia il mercato dell'usato è
stato ripulito dai vari customizer, italiani e non solo, tanto da far
decidere alla casa madre di rinfoltire le fila con il nuovo. Non è
un caso che a fianco al modello di serie ci fossero due special sul
tema. Sempre parlando di special poco più in la c'era una XJ1200,
reinterpretata dalla filiale italiana della DEUS, molto interessante
lo stile endurance post atomico. Di questa cui si vocifera già su un
possibile destino a Tavullia.
26 novembre 2013
Gli anni del TURBO
Al recente salone di Tokyo Suzuki e Kawasaki hanno messo sul piatto due motori turbo compressi. Siccome il tema è di moda ho pensato di riportare un articolo del blog "a moto mio" sul tema:
Via:amotomio.it
La moda del “Turbo” colpisce anche il mondo delle moto.L’utilizzo dei compressori sulle due ruote a motore non è, di fatto, una novità, nelle competizioni fin dagli anni trenta e case come BMW, Gilera e NSU ne hanno fatto una loro bandiera. In seguito la sovralimentazione, come del resto ancora ai giorni nostri, è utilizzata solo nei primati di velocità, nelle gare di accelerazione e di tuning estremo. Ma nei mitici anni ’80 le quattro case Giapponesi realizzavano un modello “Turbo” di serie, stupendo il mondo motociclistico, alla ricerca anche di qualcosa alla “moda”. Lo stupore però rimase solo sulla tabella stampa e sulle prestazioni pure poiché turbocompressori, troppo bruschi, mettevano in crisi soprattutto nella guida su fondi viscidi, gomme, telai e sospensioni ancora non evoluti quanto la coppia schizzava in alto all'improvviso al momento della sovralimentazione. Tutto questo rendeva le moto estremamente difficili da guidare, le accelerazioni erano poderose, ma all'atto pratico la guida era mirata più a non assaggiare l'asfalto che al divertimento di guida.
Questi fattori uniti al prezzo di acquisto elevato e all’incognita delle manutenzioni hanno frenato l’affermarsi di questo fenomeno.
Ecco le protagoniste di quei tempi:
Honda CX 500 Turbo:
E’ stata la prima moto turbocompressa di serie, l’unica a essere bicilindrica, l’unica raffreddata a liquido e l’unica ad avere la trasmissione cardanica. Viene presentata al salone di Colonia nel 1980, evolutasi nel 1982 nella CX 650 T con la stessa discutibile estetica e la ciclistica, ma con cilindrata maggiorata.
Era una moto nata sulla base della CX 500, di cui mantiene il motore trasversale a V raffreddato a liquido, capace di erogare 82 HP (102 hp la 650.) Un’estetica più da Gran Turismo che da sportiva, e un prezzo alto, seppur rapportato alla tecnologia, ne ha sicuramente impedito il successo.

Suzuki XN85:
Entra in produzione, nel 1983, per ultima tra le sorelle del sol levante e utilizza come base motoristica il quattro cilindri della GS 650, di cui mantiene la cilindrata, che con la turbina riesce a erogare ben 85 Hp potenza che dà il nome al modello. La linea ricorda la Katana, ma dotata di una semicarena che darà il via estetico alla serie GSX sportiva di quegli anni. Tra le novità la scelta della ruota anteriore da 16 pollici, prima appannaggio solo delle moto da gara, e la sospensione posteriore Full-Floater che caratterizzerà tutta la produzione della casa di Hamamatsu negli anni '80. I problemi comuni a tutte le turbo e l’uscita in fase di declino della moda ne impedirono un degno sviluppo.

Yamaha XJ 650 Turbo:
Fu l'attrazione più strabiliante del Tokyo Motor Show del 1981.
La carenatura integrale dal disegno aerodinamico era il risultato di una serie di test nella galleria del vento e derivò molto dalle conoscenze e dalla tecnologia Yamaha nel mondo dei motori marini, peccato che la linea, come per la Honda, fosse troppo turistica rispetto alle promesse sportive e prestazionali del mezzo.
Fedele al quattro cilindri fronte marcia derivato dalla turistica XJ650 la Yamaha riuscì a spremere 90 hp da questo motore sovralimentato. Come per le sorelle la diffusione fu molto limitata.
Kawasaki GPZ 750 Turbo:
Presentata nel 1982 questa versione dotata di turbo compressore della splendida GPZ 750 era capace di esprimere ben 112 Hp a 6500 giri. La Kawasaki surclassò nettamente le altre, applicando il compressore su di una 750cc in modo da ottenere tutta la potenza necessaria utilizzando una sovralimentazione, a pressione inferiore, e quindi più gestibile. Inoltre la sua estetica e la sua ciclistica era nettamente superiore alle concorrenti richiamando chiaramente la sportività del mezzo grazie ad una linea che ha fatto scuola per tutti gli anni ’80. Nonostante sia stata la più diffusa, il volume di vendite è stato comunque poco significativo tanto da terminare, insieme alle altre tre case, il ciclo del Turbo già nel 1985.
Rimangono moto che hanno fatto la storia del motociclismo, forse più moda che sostanza, ma che adesso sono molto ricercate dai collezionisti.
Morini 500 Turbo (Prototipo)
Una nota di colore patriottica può essere data dalla presentazione al Salone della moto di Milano del 1981 della splendida Morini 500 Turbo, rimasta allo stadio di prototipo, somigliante alle Laverda 1000RSG, munita d’intercooler, che erogava 70 cavalli a circa 8000 giri/min. La stessa Casa bolognese ha realizzato poco più di un anno dopo un altro interessantissimo prototipo, stavolta di 125 cm3, sovralimentato per mezzo di un compressore volumetrico a palette, che produceva una ventina di cavalli. Entrambe non entreranno mai in produzione sia per il contemporaneo declino del turbo, fenomeno di mercato qual'era, sia per l'incipiente difficoltà della Moto Morini. Peccato.
Certo leggere oggi certi valori di potenza fa sorridere, ma stiamo parlando di trent’anni fa, quando un 750 normalmente raggiungeva circa i 70 hp e, solo i 1000, comunque poco diffusi fino all’esplosione dei 1100 Suzuki e Kawasaki, si avvicinavano alla soglia dei 100 hp. Ormai con le potenze che i "nostri" tecnologici motori sanno esprimere la sovralimentazione sarebbe superflua, ma chissà, a volte le mode ritornano.
Pubblicato da Flap (Ultimo aggiornamento Lunedì 09 Gennaio 2012 15:22)
Via:amotomio.it
"Gli anni Ottanta sono gli anni dell'edonismo, della voglia di affermarsi e di apparire a tutti i costi"
Un decennio in cui si dà più importanza
all'apparenza che alla sostanza. Cresce il progresso in campo
tecnologico e con esso il modo di vivere e di lavorare nella società
moderna.
Nascono i primi computer, i cd e la
competizione tra i media televisivi. La neonata Canale5 darà del filo da
torcere a "Mamma Rai" fin dai primi anni, costringendola a rivedere
simboli e palinsesti per adeguarsi alla concorrenza. La competizione è
un elemento dominante anche nel mondo del lavoro soprattutto tra uomini e
donne. La donna in carriera, sempre bella, efficiente ed elegante
rappresenta l'espressione più tipica dell'universo femminile degli anni
'80. Dilaga il consumismo. La voglia di stupire impazza anche nei
motori, tutte le case presentano modelli eccezionali per prestazioni e
per estetica rivoluzionaria, anche se a volte di dubbio gusto. Le auto sovralimentate impazzano e sono nei sogni dei giovani e dei meno giovani.
La moda del “Turbo” colpisce anche il mondo delle moto.L’utilizzo dei compressori sulle due ruote a motore non è, di fatto, una novità, nelle competizioni fin dagli anni trenta e case come BMW, Gilera e NSU ne hanno fatto una loro bandiera. In seguito la sovralimentazione, come del resto ancora ai giorni nostri, è utilizzata solo nei primati di velocità, nelle gare di accelerazione e di tuning estremo. Ma nei mitici anni ’80 le quattro case Giapponesi realizzavano un modello “Turbo” di serie, stupendo il mondo motociclistico, alla ricerca anche di qualcosa alla “moda”. Lo stupore però rimase solo sulla tabella stampa e sulle prestazioni pure poiché turbocompressori, troppo bruschi, mettevano in crisi soprattutto nella guida su fondi viscidi, gomme, telai e sospensioni ancora non evoluti quanto la coppia schizzava in alto all'improvviso al momento della sovralimentazione. Tutto questo rendeva le moto estremamente difficili da guidare, le accelerazioni erano poderose, ma all'atto pratico la guida era mirata più a non assaggiare l'asfalto che al divertimento di guida.
Questi fattori uniti al prezzo di acquisto elevato e all’incognita delle manutenzioni hanno frenato l’affermarsi di questo fenomeno.
Ecco le protagoniste di quei tempi:
E’ stata la prima moto turbocompressa di serie, l’unica a essere bicilindrica, l’unica raffreddata a liquido e l’unica ad avere la trasmissione cardanica. Viene presentata al salone di Colonia nel 1980, evolutasi nel 1982 nella CX 650 T con la stessa discutibile estetica e la ciclistica, ma con cilindrata maggiorata.
Era una moto nata sulla base della CX 500, di cui mantiene il motore trasversale a V raffreddato a liquido, capace di erogare 82 HP (102 hp la 650.) Un’estetica più da Gran Turismo che da sportiva, e un prezzo alto, seppur rapportato alla tecnologia, ne ha sicuramente impedito il successo.

Suzuki XN85:
Entra in produzione, nel 1983, per ultima tra le sorelle del sol levante e utilizza come base motoristica il quattro cilindri della GS 650, di cui mantiene la cilindrata, che con la turbina riesce a erogare ben 85 Hp potenza che dà il nome al modello. La linea ricorda la Katana, ma dotata di una semicarena che darà il via estetico alla serie GSX sportiva di quegli anni. Tra le novità la scelta della ruota anteriore da 16 pollici, prima appannaggio solo delle moto da gara, e la sospensione posteriore Full-Floater che caratterizzerà tutta la produzione della casa di Hamamatsu negli anni '80. I problemi comuni a tutte le turbo e l’uscita in fase di declino della moda ne impedirono un degno sviluppo.

Yamaha XJ 650 Turbo:
Fu l'attrazione più strabiliante del Tokyo Motor Show del 1981.
La carenatura integrale dal disegno aerodinamico era il risultato di una serie di test nella galleria del vento e derivò molto dalle conoscenze e dalla tecnologia Yamaha nel mondo dei motori marini, peccato che la linea, come per la Honda, fosse troppo turistica rispetto alle promesse sportive e prestazionali del mezzo.
Fedele al quattro cilindri fronte marcia derivato dalla turistica XJ650 la Yamaha riuscì a spremere 90 hp da questo motore sovralimentato. Come per le sorelle la diffusione fu molto limitata.

Kawasaki GPZ 750 Turbo:
Presentata nel 1982 questa versione dotata di turbo compressore della splendida GPZ 750 era capace di esprimere ben 112 Hp a 6500 giri. La Kawasaki surclassò nettamente le altre, applicando il compressore su di una 750cc in modo da ottenere tutta la potenza necessaria utilizzando una sovralimentazione, a pressione inferiore, e quindi più gestibile. Inoltre la sua estetica e la sua ciclistica era nettamente superiore alle concorrenti richiamando chiaramente la sportività del mezzo grazie ad una linea che ha fatto scuola per tutti gli anni ’80. Nonostante sia stata la più diffusa, il volume di vendite è stato comunque poco significativo tanto da terminare, insieme alle altre tre case, il ciclo del Turbo già nel 1985.
Rimangono moto che hanno fatto la storia del motociclismo, forse più moda che sostanza, ma che adesso sono molto ricercate dai collezionisti.
Morini 500 Turbo (Prototipo)
Una nota di colore patriottica può essere data dalla presentazione al Salone della moto di Milano del 1981 della splendida Morini 500 Turbo, rimasta allo stadio di prototipo, somigliante alle Laverda 1000RSG, munita d’intercooler, che erogava 70 cavalli a circa 8000 giri/min. La stessa Casa bolognese ha realizzato poco più di un anno dopo un altro interessantissimo prototipo, stavolta di 125 cm3, sovralimentato per mezzo di un compressore volumetrico a palette, che produceva una ventina di cavalli. Entrambe non entreranno mai in produzione sia per il contemporaneo declino del turbo, fenomeno di mercato qual'era, sia per l'incipiente difficoltà della Moto Morini. Peccato.
Certo leggere oggi certi valori di potenza fa sorridere, ma stiamo parlando di trent’anni fa, quando un 750 normalmente raggiungeva circa i 70 hp e, solo i 1000, comunque poco diffusi fino all’esplosione dei 1100 Suzuki e Kawasaki, si avvicinavano alla soglia dei 100 hp. Ormai con le potenze che i "nostri" tecnologici motori sanno esprimere la sovralimentazione sarebbe superflua, ma chissà, a volte le mode ritornano.
Pubblicato da Flap (Ultimo aggiornamento Lunedì 09 Gennaio 2012 15:22)
20 novembre 2013
2 settembre 2013
Consigli per gli acquisti: SZR 660 - Supermono di serie!
http://www.subito.it/
Telaio da 125SP, motore mono 4T 660, 48cv e 55Nm per soli 159kg, estetica riuscita e colorazione Yamaha Racing. Tutto di serie e perfettamente omologato.
1000€ a Bologna e vi portate a casa un pezzo di storia del motociclismo, e tanto tanto divertimento!
Telaio da 125SP, motore mono 4T 660, 48cv e 55Nm per soli 159kg, estetica riuscita e colorazione Yamaha Racing. Tutto di serie e perfettamente omologato.
BELLA!!
1000€ a Bologna e vi portate a casa un pezzo di storia del motociclismo, e tanto tanto divertimento!
General information |
|
---|---|
Model: |
Yamaha SZR 660 |
Year: |
1997 |
Category: |
Allround |
Engine and transmission |
|
Displacement: |
660.00 ccm (40.27 cubic inches) |
Engine type: |
Single cylinder, four-stroke |
Power: |
48.00 HP (35.0 kW)) @ 6500 RPM |
Torque: |
55.00 Nm (5.6 kgf-m or 40.6 ft.lbs) @ 5500 RPM |
Top speed: |
186.0 km/h (115.6 mph) |
Valves per cylinder: |
5 |
Cooling system: |
Liquid |
Gearbox: |
5-speed |
Transmission type, final drive: |
Chain |
Chassis, suspension, brakes and wheels |
|
Front brakes: |
Single disc |
Rear brakes: |
Single disc |
Physical measures and capacities |
|
Dry weight: |
159.0 kg (350.5 pounds) |
Power/weight ratio: |
0.3019 HP/kg |
Seat height: |
690 mm (27.2 inches) If adjustable, lowest setting. |
Starter: |
Electric |
25 giugno 2013
Consigli per gli acquisti: R6 I° Serie
Parlare di "instant classic" è un eufemismo, ma ditemi voi se non è l'essenza della moto da corsa Yamaha.
I colori e le grafiche sono bellissimi, banco lucido e nero opaco con contrasti rossi...più racing di così.
Certo la R1 ha fatto storia, ma sinceramente credo che questa sia molto più divertente e in un certo senso "versatile". Leggera potente con un allungo esagerato (13k giri/min), interasse cortissimo e posizione di guida ancora "umana".
Certo 1'300€ sono ancora tanti per un capriccio...o forse no.
http://www.moto.it/R6
Modello 1999 - 2000 (Modello ancora in produzione)
Tempi: 4
Cilindri: 4
Cilindrata: 599 cc
Potenza: 120 cv / 13000 giri
Coppia: 5.9 kgm (57.9 Nm) / 10500 giri
Marce: 6
Velocità massima: 261 Km/h
Consumo: 15,5KM/L
Accelerazione 0-400m: 10.9 sec
Freni: 2D-D
Gomme: Ant 120/60 ZR 17 Post 180/55 ZR 17
Peso: 179 kg
Lunghezza: 2025 mm
Larghezza: 690 mm
Altezza sella: 820 mm
Capacità serbatoio: 17 l
Segmento: Super Sportive
17 giugno 2013
MT-DM Nuovo TDM 3 cilindri?
...a seguito della presentazione della Yamaha MT-09 ho collegato quanto dettomi tra le righe da un concessionario Yamaha qualche tempo fa. Diciamo che aveva una certa "voglia" di disfarsi dei TDM che aveva in concessionaria.
Il nuovo motore, così come la nuova moto hanno in realtà delle quote e delle proporzioni più da enduro stradali che da naked-motard. Ho provato ad allestire una versione TDM della MT-09 e devo dire che nell'insieme, l'ingombro del cupolino completa del volume che sulla MT è troncato all'altezza della forcella.
Via: infomotori.com
11 giugno 2013
Yamaha MT-09 Ecco il 3 cilindri
Ne ho parlato da poco, e "giustamente" Yamaha ha smentito le mie teorie bellicose di SBK & C. Il nuovo 3 cilindri andrà ad equipaggiare una gamma di motociclette prettamente stradali, che se vogliamo correggono il vero neo delle attuali "naked" dei tre diapason, il peso. La nuova moto viene presentata per 188kg/115Hp, va da se che si tratta di un mezzo decisamente maneggevole.
Che dire sul design....originale è originale, mi tornano in mente le proporzioni della FZX, un pochino roadster con quel serbatoio pronunciato e le prese d'aria "tronche" a filo forcella.
A dire il vero a me sembra più una sorta di DTM scarenato che una vera e propria "motard", ci metto la mano sul fuoco che come ha fatto Honda con la serie CB, avremo anche una MT-09 "touring" che metterà in pensione la sopracitata TDM.
Che dire sul design....originale è originale, mi tornano in mente le proporzioni della FZX, un pochino roadster con quel serbatoio pronunciato e le prese d'aria "tronche" a filo forcella.
A dire il vero a me sembra più una sorta di DTM scarenato che una vera e propria "motard", ci metto la mano sul fuoco che come ha fatto Honda con la serie CB, avremo anche una MT-09 "touring" che metterà in pensione la sopracitata TDM.
11 maggio 2013
Yamaha 3 Cilindri ...ecco i perchè!
Qualcuno si chiede ancora che necessità abbia la Yamaha di "inventarsi" un nuovo motore 3 cilindri, quando hanno degli ottimi 4 cilindri. I motivi sono tanti ma riassumibili un un semplice concetto: massimo risultato con minimo sforzo.
Facciamo un passo indietro, torniamo agli anni '70 e troviamo lo XS750 che montava già a suo tempo un bel 3 cilindri, portato fino ad 850 con i modelli successivi. Il motore a 3 è un motore di compromesso, spinge quasi quanto un 2 ai bassi regimi ed allunga quasi quanto un 4 agli alti. Premesso questo resta da capire quanto questo "quasi" sia rilevante, se pensiamo agli anni '70 oserei dire poco, soprattutto considerando il rapporto peso/potenza delle moto di allora. Negli anni '80 sono sresciute le potenze e diminuiti i pesi, nei '90 sono aumentate solo le potenze fino all'arrivo della prima R1 nel '98. L'economia era in ottima salute ed ancora le "torri gemelle" ed i "mutui americani" non impensierivano nessuno. Durante questi 25 anni Yamaha ha abbandonato il 3 cilindri, almeno per le motociclette.
Negli ultimi anni invece è riapparso un motore 3 cilindri di ottime prestazioni, non si tratta della maquette esposta allo scorso EICMA, ma della serie Genesis (ovviamente nome registrato da Yamaha) per motoslitte e moto d'acqua. Un simpatico 1049 3 cilindri da 130hp progettato per "accompagnare" i sui utilizzatori nelle zone più sperdute dell'Alaska. Inutile sottolineare il fatto che se rimani a piedi in Alaska è un pò peggio che sulle nostre strade. Diciamo che nella migliore delle ipotesi la racconti ai nipotini.
Non è così difficile pensare che le esperienze fatte su questo motore siano state travasate per lo sviluppo del nuovo propulsone da moto. Se poi aggiungiamo che il regolamento SBK permette fino a 1100cc per la Superbike e fino a 675cc per la Supersport diciamo che non tentare sarebbe stato piuttosto da fessi.
Tornando al mercato ed ai pesi/potenza c'è da dire che il 3 cilindri diventa ancora più competitivo in un periodo di crisi come quello attuale, rispetto ad un 4 costa meno produrlo, consuma poco più di un 2 e soprattutto nelle medie cilindrate, permette di ottenere delle potenze di tutto rispetto senza sacrificare la "schiena" a bassi giri (complice anche il sostanziale aumento di cilindrata) Triumph ed MV insegnano.
Quello che non sappiamo ancora è se queste nuove unità affiancheranno la serie YZF o se la sostituiranno.
(Y=Yamaha Z=Racing F=Four strokes).
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Motore Yamaha 3 cilindri EICMA 2012 |
Facciamo un passo indietro, torniamo agli anni '70 e troviamo lo XS750 che montava già a suo tempo un bel 3 cilindri, portato fino ad 850 con i modelli successivi. Il motore a 3 è un motore di compromesso, spinge quasi quanto un 2 ai bassi regimi ed allunga quasi quanto un 4 agli alti. Premesso questo resta da capire quanto questo "quasi" sia rilevante, se pensiamo agli anni '70 oserei dire poco, soprattutto considerando il rapporto peso/potenza delle moto di allora. Negli anni '80 sono sresciute le potenze e diminuiti i pesi, nei '90 sono aumentate solo le potenze fino all'arrivo della prima R1 nel '98. L'economia era in ottima salute ed ancora le "torri gemelle" ed i "mutui americani" non impensierivano nessuno. Durante questi 25 anni Yamaha ha abbandonato il 3 cilindri, almeno per le motociclette.
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Yamaha XS 750 |
Negli ultimi anni invece è riapparso un motore 3 cilindri di ottime prestazioni, non si tratta della maquette esposta allo scorso EICMA, ma della serie Genesis (ovviamente nome registrato da Yamaha) per motoslitte e moto d'acqua. Un simpatico 1049 3 cilindri da 130hp progettato per "accompagnare" i sui utilizzatori nelle zone più sperdute dell'Alaska. Inutile sottolineare il fatto che se rimani a piedi in Alaska è un pò peggio che sulle nostre strade. Diciamo che nella migliore delle ipotesi la racconti ai nipotini.
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Motore Yamaha Genesis - Snowmobile |
Non è così difficile pensare che le esperienze fatte su questo motore siano state travasate per lo sviluppo del nuovo propulsone da moto. Se poi aggiungiamo che il regolamento SBK permette fino a 1100cc per la Superbike e fino a 675cc per la Supersport diciamo che non tentare sarebbe stato piuttosto da fessi.
Tornando al mercato ed ai pesi/potenza c'è da dire che il 3 cilindri diventa ancora più competitivo in un periodo di crisi come quello attuale, rispetto ad un 4 costa meno produrlo, consuma poco più di un 2 e soprattutto nelle medie cilindrate, permette di ottenere delle potenze di tutto rispetto senza sacrificare la "schiena" a bassi giri (complice anche il sostanziale aumento di cilindrata) Triumph ed MV insegnano.
Quello che non sappiamo ancora è se queste nuove unità affiancheranno la serie YZF o se la sostituiranno.
(Y=Yamaha Z=Racing F=Four strokes).
9 maggio 2013
Consigli per gli acquisti - Fazer 600
Partite da questa base, aggiungete un paio di molle progressive aftermarket con relativo olio per risorvere il "difetto" della forcella piuttosto turistica e se avete pruriti sportivi ci piazzate un bel manubrio "piega bassa" tipo monster e siete a posto. Poi per le sovrastrutture è una questione di gusto e capacità personali.
Via: motorbox.com
"Un motore che non scherza affatto: il 600 quattro cilindri (utilizzato sulle hyper sportive prima della R6) sfodera 95 cavalli, imbragati da un avvolgente telaio in tubi. La ciclistica con forcella regolabile e monoammortizzatore si completa con freni da vera sportiva, gli stessi della R1. Tanta attenzione a particolari di solito trascurati: strumentazione completa, serbatoio da ben 22 litri con sueprficie piatta, spazio sotto la sella, assetto OK anche per il passeggero.
Un'ottimo compromesso: il motore è potente ma spinge anche in basso, la posizione di guida sportiveggiante non penalizza il comfort, neanche con il passeggero. La Fazer è maneggevole e dà tanta sicurezza, per portarla la limite però è meglio irrigidire le sospensioni. Frenata da riferimento.
PRO:Equilibrio, versatilità, comfort, carattere motore, frenata.
CONTRO:Sospensioni morbide (soprattutto la forcella), pedane passeggero un po' alte."
Per gli acquisti si parte da 600€ (si avete letto bene)
http://www.moto.it/fzs-600-fazer
Alcuni spunti per iniziare:
29 aprile 2013
Yamaha R11 oppure R67 ?!
Come potrebbero essere le nuove sportive Yamaha con motore 3 cilindri in linea? Non troppo diverse dalle sorelle a 4 cilindri. YZF3-R11 e la YZF3-R67 le immagino così:
Via: infomotori.com
All'Eicma Paolo Pavesio, marketing manager di Yamaha Italia non si è sbilanciato più di tanto: "Il nuovo tre cilindri verrà montato su una gamma di moto difficile da catalogare rispetto alle categorie che definiscono oggi il mercato. Metteremo insieme concetti diversi che fonderemo in una serie di modelli che crediamo sapranno dire qualcosa di veramente nuovo. Il motore è finito e siamo già in fase avanzata di test sulle moto che lo monteranno. Non posso dire più di questo. Il tre cilindri per noi è stato un grosso passo, una rottura con il passato anche se non possiamo certo dire di averlo inventato noi! Però l'albero motore deriva dalla M1 quindi avrà un carattere molto particolare..."
1 febbraio 2013
Filosofia del Design in Yamaha
www.yamaha-motor.eu/designcafe/en/1
www.yamaha-motor.eu/designcafe/en/2
www.yamaha-motor.eu/designcafe/en/3
Ai 3 link qui sopra un'interessante raccolta di articoli su come la Yamaha affronta il tema del Design della Motocicletta. Vale la pena di leggerli!
www.yamaha-motor.eu/designcafe/en/2
www.yamaha-motor.eu/designcafe/en/3
Ai 3 link qui sopra un'interessante raccolta di articoli su come la Yamaha affronta il tema del Design della Motocicletta. Vale la pena di leggerli!
1 marzo 2012
3 gennaio 2012
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Nel 2012 in Lombardia non pagherà più il bollo, con una spesa ridicola vi mettete in garage un pezzo di storia del motociclismo...senza contare che non è certo un giochino da poco.
http://www.moto.it/moto-usate/yamaha/fzr-1000/
http://www.moto.it/moto-usate/yamaha/fzr-1000/
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