29 aprile 2013

Yamaha R11 oppure R67 ?!


Come potrebbero essere le nuove sportive Yamaha con motore 3 cilindri in linea? Non troppo diverse dalle sorelle a 4 cilindri. YZF3-R11 e la YZF3-R67 le immagino così:

 Via: infomotori.com
All'Eicma Paolo Pavesio, marketing manager di Yamaha Italia non si è sbilanciato più di tanto: "Il nuovo tre cilindri verrà montato su una gamma di moto difficile da catalogare rispetto alle categorie che definiscono oggi il mercato. Metteremo insieme concetti diversi che fonderemo in una serie di modelli che crediamo sapranno dire qualcosa di veramente nuovo. Il motore è finito e siamo già in fase avanzata di test sulle moto che lo monteranno. Non posso dire più di questo. Il tre cilindri per noi è stato un grosso passo, una rottura con il passato anche se non possiamo certo dire di averlo inventato noi! Però l'albero motore deriva dalla M1 quindi avrà un carattere molto particolare..."





23 aprile 2013

Megelli Sport 250 R

In Italia non è (ancora) commercializzato, ma il marchio Megelli è un vero e proprio "global brand".
 

 via_megelli.com/

"Moto Megelli è stata fondata nel Regno Unito dal Managing Director di SLD UK Ltd, Barry Hall. Megelli Moto fatto il loro debutto al Salone di Milano EICMA mostra a novembre 2007 e ora sono attualmente venduti in oltre 40 paesi in Europa, Asia, Australia, Africa e Sud America.
 Con l'accesso a centri specializzati 'virtuali' moto di progettazione e produzione dei veicoli istituito nel Regno Unito e le strutture di ingegneria, le moto Megelli sono progettate e costruiti nel Regno Unito. Utilizzando nuove attrezzature su misura per la maggior parte dei componenti, e dei componenti da un mix di aziende europee e asiatiche, la maggior parte del montaggio finale è in una moderna struttura su misura in Asia.
 Megelli rimane avanti il pensiero e continua a sviluppare e produrre prodotti per soddisfare una clientela sempre più esigente e in espansione. Gli impianti di assemblaggio in diversi paesi per soddisfare le esigenze specifiche dei singoli mercati."


La moto che vedete in foto è il top di gamma, una supersportiva 250cc e dotata di componentistica di prim'ordine: motore monocilindrico 4 valvole raffreddato a liquido con cambio a 6 marce, telaio e forcellone a traliccio di tubi, cerchi forgiati, forcella a steli rovesciati ed un bel disco da 300mm con disegno "a margherita". 
 Con 24 CV e 22nm di coppia 7000giri per un peso di circa 130 kg si possono immaginare prestazioni simili a quelle dei sibilanti 125 degli anni '90 ma con un'erogazione decisamente più "rotonda".

Negli stati uniti è venduta a 3400$...certo la qualità e le prestazioni non sono le stesse di una CBR 250, ne tantomeno di una Ninja 300, ma per iniziare a guidare una moto è decismente interessante.





Un video di presentazione:

La scheda tecnica:

Cooling System: Liquid cooled
Engine Type: Single Cylinder, 4 stroke, SOHC 4 Valve
Bore x Stroke (mm) : 77.0 x 53.6
Displacement (cc) : 249
Compression Ratio : 11.1: 1
Max Power (HP/rpm) : 24.5/9000
Max Torque (Nm/rpm): 22.0/7000
Ignition Type: CDI
Lubrication Type: Forced and Wet Sump
Starter Type: Electric
Clutch Type: Manual Multiplated Wet
Gearshift Type: 6 speed
Main Frame: A12 Multi Twin Spar Trellis Configuration
Rear Swing Arm: T6 Aluminium Trellis with forged dropouts
Out-Riggers: T6 Aluminium forged
Steering Stem: Twin Plate Bearing Carrier (upper & lower)
Yokes: T6 Aluminium forged
Front Forks: Upside Down 38mm diameter
Rear Shock: Fast Ace
Seat Height: 800mm
Wheel Base: 1350mm
Wheel Size Front: T9 Aluminium Rim 17: 2.75
Wheel Size Rear: T9 Aluminium Rim 17: 3.5
Front Tyre: CST 100/70-17 TL
Rear Tyre: CST 130/70-17 TL
Final Drive: Cushioned
Net Weight: 130kg approx.
Fuel Tank Capacity: 11 Litres
Rake: 30 deg
Trail: 120mm
Front Brake: Twin piston, single 300mm dia. petal disc
Rear Brake: Single piston, 230mm dia. petal disc

22 aprile 2013

KTM SuperDuke 1290

Dopo la presentazione della concept in stile "Stunt" l'attesa della nuova KTM Superduke 1190 si è fatta più impaziente. Ormai confermati, oltre al motore maggiorato, il forcellone mono braccio, lo scarico basso e la linea a dir poco essenziale. Ciclistica di prim'ordine ed un rapporto peso/potenza che promette netti miglioramenti rispetto alla versione attuale.
 La vaschetta d'espansione del liquidi di raffreddamento merita ancora una sistematina, ma direi che ci siamo!
 


Qui di seguito alcune foto spia un pò meno recenti:



18 aprile 2013

BMW HP2 Sport 2014

Via infomotori.com


 "Il nuovo motore boxer da 1.200 cc che è montato sulla GS sembra fatto apposta per muovere la più sportiva delle boxer Bmw, la HP2. Ecco come ce la immaginiamo grazie agli splendidi rendering di Luca Bar che ce la presenta in versione standard con il sellino per il passeggero, e nella versione R con le grafiche del team corse BMW.


 Il motore boxer che Bmw ha montato sulla nuova GS rappresenta un passaggio epocale. Il bicilindrico da 1.200 cc boxer infatti guadagna il raffreddamento a liquido, anche se a prima vista non sembra! L'impegno dei tecnici Bmw infatti è stato quello di ottenere un motore con potenza tra i 120 e i 130 cavalli ma che non rappresentasse (almeno dal punto di vista estetico) un momento di rottura con il passato. Ma non è tutto. Il nuovo motore vanta una quindicina di CV in più del precedente senza aumentare la cilindrata né il numero di giri e ottenendo pure una coppia più robusta su tutto l’arco di utilizzo, a partire da 2.000 giri.
 Questo grazie a condotti di aspirazione a flusso verticale, molti organi più leggeri, valvole più grandi, basamento diviso verticalmente, altre soluzioni tecniche che in Bmw tengono gelosamente nascoste e, ovviamente, il raffreddamento a liquido. Questo tipo di raffreddamento rappresenta il futuro anche perché consente di ridurre le emissioni, incrementa potenza e coppia di circa il 10% ma riduce i consumi del 7% rispetto al precedente.
 Di contro il motore pesa un po' di più (circa 2,5 kg) ma è un "minus" accettabile visti i vantaggi che comporta in termini di prestazioni.
 Ora, un motore così sembra fatto apposta per rinverdire i fasti della HP2 Sport, che rappresenta la massima evoluzione delle moto Boxer mai costruite.
Progettata per assicurare un’estrema dinamicità, un’ottima maneggevolezza e garantire al pilota le massime prestazioni in pista il nuovo motore raffreddato a liquido rappresenta la sua naturale evoluzione.
 Cosa dite, in Bmw saprebbero fare di meglio?"

...secondo me è quasi sicuro che faranno di meglio, io ci ho lavorato un giorno o due, loro ci dedicano un anno o due!!!
 


16 aprile 2013

ITALIAN CUSTOM Motorcycles - Pg 15


 Il mio rendering della Ducati D66 che ho recentemente ripubblicato sul blog è stato inserito da Uli Cloesen sul suo ultimo libr "Italia Custom Motorcycles". Una paginetta è stata dedicata al mio lavoro.


Per chi fosse interessato: amazon.com

11 aprile 2013

DUCATI D-66

Era il febbraio del 2009 quando si iniziava a parlare della possibilità che Ducati facesse una "power cruiser" per il mercato americano e non solo. Per infomotori avevo realizzato questo bozzetto/provocazione.
Poi è arrivata la Diavel...


Via: infomotori.com

Ducati D66 è il nome che lo stesso designer, Luca Bar, ha scelto per la sua opera, realizzata per Infomotori. Ce ne rendiamo conto, è una provocazione; ma sembra sempre più plausibile che Ducati voglia percorrere anche questo segmento considerato che all'azienda - seppur sempre con connotazioni sportive - mancano ben pochi modelli per avere una gamma completa. Di certo servirebbe una tourer veloce - com'erano quelle della poco fortunata serie ST - ma anche una custom aggressiva e potente con un posteriore da 240 pollici e il chiaro obiettivo di sconfinare nel territorio dove Harley Davidson regna incontrastata. Una anti-V Rod, insomma, di cui questa D-66 riprende le quote ciclistiche.
Motore 1098 che attualmente equipaggia la Ducati Streetfighter ma rivisto per fornire una coppia da camion, sebbene il bicilindrico di Borgo Panigale ne sia già ben fornito. Ma d'altra parte, a questa custom non servirebbe un tiro agli alti regimi ma piuttosto la capacità di trascinare fuori dalle curve la sua mole e l'importante passo, riprendendo con regolarità fin da 1.000 giri, qualità che alle americane della serie VRSC non manca.
Destinatario di questo modello sarebbe solo il mercato americano dove i "ruotoni" al posteriore impazzano anche fra le supersportive - vedi le tante Hayabusa modificate in questo modo - e soprattutto è la patria natale del segmento custom. Infine, questione determinante, Ducati è un marchio che negli States non manca mai di fare numeri e di infiammare gli appassionati. E' perciò che vi proponiamo anche una livrea "Tricolore" ritenendo che - dopo il classico Rosso Ducati - sarebbe l'allestimento più scelto visto il forte interesse per il made in Italy nel mondo.

4 aprile 2013

Sportster 883s - Edizione limitata solo per l'Italia


Sul sito ufficiale non c'è ancora nulla, ma dal banner pubblicitario apparso su RED-LIVE si vede già il prodotto e si sa già il prezzo base: 9800€ per portarsi a casa una Sportster all black con quell'aspetto un pò Cafè Racer che sta tornando tanto di moda.
 Rispetto all'allestimento base della 883 Iron da cui deriva gli "accessori" di serie su questa versione saranno il cupolino, il drag bar basso e le cover traforate dei collettori di scarico.
 Unico appunto mio personale, quell'adesivo sulla scatola filtro si poteva studiare meglio, così è un pò troppopo "pane e salame"!



Aggiornamento dell'11-4-2013:
Finalmente ecco il minisito dedicato e nuove foto: 883seS


Ed infine il video:


Bicicletta Peugeot Single speed


 Tutto è iniziato quando sul retro del negozio di un mio amico ho visto tre vecchie biciclette lasciate li ad arrugginire. Ovviamente alla pioggia ed alla neve da qualche annetto. Delle 3 biciclette una era una MTB anni 2000 con telaio in "ghisa" e componentistica da supermercato, una era la bici della moglie del mio amico, telaio da donna, portapacchi e para catena chiuso, ed infine una mountain bike anni '80 con gli adesivi della Peugeot.  Ammetto la mia ignoranza ma non avevo idea che la Peugeot costruisse biciclette, pensavo fossero adesivi posticci.


 Ho poi scoperto in seguito che si trattava di una "Crazy Horse" del 1985, una "rampichino" come le chiamavano allora, con telaio giuntato in acciaio al carbonio (Carbolite) e componentistica in alluminio.
 Vista così ho apprezzato le giunture del telaio ed ho chiesto se avessero avuto piacere che gli sgomberassi il retrobottega, ovviamente non c'è stato bisogno di chiedere oltre ed ho portato via il rottame.


 Giunto a casa ho provato a montare le ruote da 28' della mia bicicletta per vedere se entravano nel telaio e valutare se valesse la pena spenderci del tempo e qualche spiccio; ma come spesso succede una volta dato il La, si inizia a suonare: eccomi allora a smontare completamente la bicicletta ed a decidere di farne una "special" stradale di gusto un pò vintage.

 Fortuna vuole che mio fratello avesse in garage due ruote da corsa, sostituite con altre più leggere, e che tra le cianfrusaglie del garage ci fosse una vecchia sella in pelle scamosciata che sembrava fatta apposta per il mio progetto. Con l'aiuto del flessibile ho tolto tutti gli orribili passa cavi ed i perni per i freni, nel frattempo ho deciso di installare un mozzo con freno a contropedale (si lo scatto fisso è più di moda, ma ne ho già una con cui tentare di farmi male) ed ho quindi dovuto raggiare le ruota posteriore unendo il cerchio del fratellone al nuovo mozzo.
 Essendo alla mia prima esperienza ho "imbastito" io ed ho portato a tirare i raggi al buon Pietro Grimaldi, che nel quartiere è un riferimento per esperienza e precisione in questo tipo di lavori.
 Inutile negare che l'idea di avere un freno a tamburo sulla bici mi riporta dritto dritto ai miei 5 anni ed alle prime tele magicamente emerse a suon di sgommate!

 Una volta pulito il tutto si è trattato di carteggiare, stuccare e riverniciare, con somma gioia di mia moglie, telaio e forcella. Non contento però ho deciso di non limitarmi ad applicare due adesivi ma ho ripreso le vecchie grafiche della Peugeot e con dei prespaziati ho utilizzato i negativi per farne delle maschere di verniciatura. Spellicolare il leoncino del cannotto di sterzo è stato a dir poco un lavoro certosino.


  Il vicino negozio "ciclista" vecchia maniera (Cicli Riba) è stato la mia fonte di componenti d'occasione o d'annata per mettere insieme il mezzo. Sono arrivati così una forcella "Moser" che stava appesa in un angolo, opportunamente carteggiata e riverniciata, una guarnitura da 46 denti con corona cromata e pedali in alluminio, un freno "Mobius Corsa", una leva corta da MTB, adattata con la fascetta di una da corsa per poterla montare sulla parte piana della curva; il tutto ovviamente già ampiamente rodato. Oltre al già citato mozzo con contropedale e pignone da 20 denti, gli altri componenti nuovi sono manubrio e pipa ITT, rimasti in magazzino per almeno vent'anni, nastro forellato, catena e pedali Decathlon.

 Ovviamente non è andato tutto liscio, dietro ad un facile smonta e rimonta, c'è invece un sacco di lavoro; i diametri della Peugeot erano già particolari allora, figuriamoci dopo 27 anni. Tant'è che il reggi sella da 24mm è il suo originale in quanto in Italia sono sempre partiti da 25. Per montare un manubrio corsa il cambio forcella è stato obbligato per via del diametro interno necessario al montaggio della pipa, ovviamente questo ha comportato un gran lavoro di adattamento dei cuscinetti ed un pò di fortuna per trovare le "gabbiette" giuste. (Si ringrazia nuovamente Pietro)

 Adesso la bici è montata e funzionante, mancano ancora le gabbie sui pedali con i cinghietti in pelle e poi si potrà dire finita. Il rapportone 46/20 su cerchi da 28' ne fa una bicicletta da pianura e poco adatta alla città ma una volta partiti fila che è un piacere. Il peso complessivo si è fermato ad 11,2 kg, che per avere un freno a tamburo ed il telaio in acciaio da MTB non è affatto male.