Sono anni che se ne parla, ormai i toni hanno preso le sembianze dei luoghi comuni del bel paese…non ci sono piú le mezze cilindrate, le strade di oggi non sono piú quelle di una volta, si stava meglio quando si stava peggio e cosí via.
“Grazie” alla crisi economica mondiale ed alla conseguente diminuzione dei consumi, qualcosa si muove e l’offerta di motociclette vere, di piccola cilindrata sta aumentando. Negli anni le proposte non sono mancate ma spesso sono uscite di scena senza lasciare troppi rimpianti, vedi la Suzuki TU 250, che ha messo in sella piú di una signora, o la Ducati Monster 400 che nonostante una ciclistica ottima non ha lasciato il segno. Dall’oriente è anche arrivata la Hyosung con la Comet 250 con una dotazione piú che onesta, con tanto di forcella rovesciata, ad un prezzo interessante.
Ultimamente è arrivata la Kawasaki con la Ninja 250, capace di appagare l’occhio e regalare prestazioni degne di un 125 2T degli anni ’90, ben 27 CV e 22nm di coppia. Certo non si puó gridare la miracolo ma l’approccio scelto da Kawasaki di puntare sul carattere del mezzo senza preoccuparsi troppo delle prestazioni ha pagato, ed in un certo senso è la moto che ha portato l’attenzione del grande pubblico su questo segmento dimenticato.
Purtroppo peró siamo alle solite, “bella, mi piace, è divertente da guidare…peró non la comprerei”.
Ecco i perché: oltre al discorso “apparenza” (per presentarsi al bar con un’attrezzo del genere meglio un scooter); resta il fatto che se ci si appassiona alla moto dopo poco tempo si vorrá qualcosa di piú grande, non tanto per andare piú forte su strada (probabilmente la curva da 70 all’ora con la Ninjetta resterá da 70 anche con un 600 da 100cv), la differenza la fa la fatica alla guida. Con piú CC è inevitabile avere piú potenza, ma soprattutto piú coppia e piú fluiditá di erogazione; questi due parametri portano ad una moto piú “pronta” a prendere giri e quindi piú rilassante da guidare, che permette di andare anche in due e lascia un bel margine sia di sicurezza sia di prestazioni, senza contare il fatto che rivendere un 250 non è cosí semplice.
Ecco i perché: oltre al discorso “apparenza” (per presentarsi al bar con un’attrezzo del genere meglio un scooter); resta il fatto che se ci si appassiona alla moto dopo poco tempo si vorrá qualcosa di piú grande, non tanto per andare piú forte su strada (probabilmente la curva da 70 all’ora con la Ninjetta resterá da 70 anche con un 600 da 100cv), la differenza la fa la fatica alla guida. Con piú CC è inevitabile avere piú potenza, ma soprattutto piú coppia e piú fluiditá di erogazione; questi due parametri portano ad una moto piú “pronta” a prendere giri e quindi piú rilassante da guidare, che permette di andare anche in due e lascia un bel margine sia di sicurezza sia di prestazioni, senza contare il fatto che rivendere un 250 non è cosí semplice.
Ritornando su tema costi benefici c’è da tenere presente anche l’offerta dell’usato, ormai con pochi spicci si puó montare in sella a dei bei giocattoli, magari non all’ultima moda ma decisamente di categoria superiore alle varie 250 “sportive” che si trovano nei concessionari.
La mia opinione è che fatto salvo il discorso assicurativo a favore delle “piccole” per il resto queste non abbiano un gran senso, certo passare dallo ZIP 50 ad un CBR600RR non lo consiglerei a nessuno, ma una mono/bicilindrica di 600 o 650cc non credo sia cosí esagerata. Certo se in tutta Europa ci fosse una legge che limita a 400cc gli under 21 allora vedremmo aprirsi un nuovo segmento, un pó come succede per le 125 che sembra stiano risorgendo dopo anni di oblio.
Concludendo la verità è che la moto è una passione che si nutre di emozioni, spesso la paura/consapevolezza di avere sotto il sedere un mezzo al di sopra delle proprie esigenze è il vero impulso all’acquisto, sono le vendite che lo dicono, non io.
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